E’ un periodo ancora tutto da decifrare e con pochi punti fermi quello che stiamo attraversando. Vediamo di metterne in ordine almeno quattro:

  • Il primo è che gli incassi sembrano in timida ripresa dopo le sconfortanti settimane autunnali, dove buona parte del potenziale della stagione è stato sciupato – con incredibile insipienza – per la mancata uscita di veri titoli capaci di riaccendere l’attenzione del pubblico verso la sala cinematografica;
  • Il secondo punto è la nuova legge sull’audiovisivo che doveva fare del 2017 l’anno della svolta, ma che a causa dei molti svarioni contenuti nei decreti e dei ritardi nell’uscita dei modelli attuativi, di fatto lo ha reso, a memoria, uno dei peggiori (e meno male che sono arrivati ORA i risultati dei premi d’essai del già lontano 2016);
  • Proseguiamo con il terzo punto, sul fronte della distribuzione, cioè il balletto delle anticipazioni che sembra davvero irrefrenabile e dopo il deserto delle settimane scorse ora si prevede il solito diluvio di film nel periodo di Natale. L’obiettivo delle distribuzioni sembra quello di danneggiare la concorrenza, anziché massimizzare gli incassi. E’un bruttissimo segnale per tutti (grandi e piccoli esercenti) e non vale “mors tua, via mea”: è solo questione di tempo se non si cambia pensiero;
  • Infine, il quarto punto è che la quota di mercato del cinema italiano è ridotta a meno del 16%! Il messaggio è chiaro: il pubblico vuole dei buoni film per la sala e non dei prodotti considerati mediocri anche per la televisione. Per fortuna nelle scorse settimane qualche buon film italiano siamo riusciti a programmarlo e la lezione è sempre la stessa: occorre partire da buone sceneggiature.

E quindi? Sperando in qualche buon segnale dalle Giornate professionali di fine novembre a Sorrento, da parte nostra ora non resta che lavorare con il massimo impegno per conseguire i migliori risultati possibili e chiudere al meglio questo anno difficile.

Come? Un solo suggerimento agli esercenti delle sale di comunità: aumentare le giornate di apertura e il numero delle proiezioni, in modo da sfruttare al massimo questa, che potremmo chiamare, improvvida abbondanza. La speranza è ancora una volta quella di far riscoprire al pubblico sale curate, accoglienti e familiari: luoghi dove tornare.