Recensione #5 - CinemaRagazzi

In collaborazione con Cesare COLOMBO

La Illumination, studio cinematografico di Cattivissimo Me, Minions e Pets, è solito creare film unicamente da entertainment (bambini teneri o esserini simpatici, gag molto basilari e virali oppure animali domestici e antropomorfi ingaggiati in azioni surreali e adrenaliniche, ma un po’ vuoti e inconsistenti). Gli incassi sono sempre incredibili, forse anche perché le miriadi di situazioni dei vari film sono adatte a diventare clip animate e sketch a sé stanti, adatte per una promozione d’effetto sui diversi canali comunicativi. Nonostante questa premessa, viene facile pensare alla particolarità diSing”, ultimo prodotto della Illumination e, probabilmente, il primo vero film a tutto tondo di questo studio.

Gli autori del film sono una coppia insolita, ma complementare: Garth Jennings, regista e sceneggiatore (divenuto famoso per la versione cinematografica di “Guida galattica per autostoppisti” del 1995 e autore di numerosi videoclip musicali) e Christophe “ZEBE” Lourdelet, animatore di lungo corso (fu animatore anche per il personaggio dell’antagonista Steele nel film “Balto”). Il film “Sing” prende diversi spunti non troppo originali, come ad esempio, una città di animali (come lo Zootropolis di circa un anno fa), l’idea di fare il musical di un musical alla “A chorus line” o “Flash dance” e un meccanismo di talent show da cui ormai siamo sono travolti nei vari palinsesti televisivi. Da tutti questi input però nasce un bel film d’animazione con una storia sotto e dei personaggi ben caratterizzati.

I protagonisti sono sei aspiranti cantanti, ognuno con un suo background, uno stereotipo cucito addosso e una voglia di rivincita (la casalinga, il delinquente, la mezza tacca con l’anima jazz, la timida dalla voce fantastica ecc.), tutti convogliati dall’energetico impresario Buster Moon per un nuovo grande spettacolo con l’obiettivo di far rivivere il teatro cittadino ereditato dalla sua famiglia.

La scelta di puntare sul talent è stata molto azzardata, vista la sua mitologia ormai decadente causata dall’inflazione di format e prodotti televisivi: è il crepuscolo di questi eroi contemporanei, persone ordinarie dotate di un sogno immenso e di incredibile talento, spesso osteggiate dalle famiglie o dal contesto cui si sentono di non appartenere. Dopo averlo visto nei musical e, in tutte le salse, in televisione, il cinema si riprende tutto questo.

E, come spesso accade, è grazie alla personalità e capacità espressiva del giudice che un talent show ha successo o meno. “Sing” non è da meno e la vitalità risulta, ancora una volta, la chiave di volta per la realizzazione di un musical di successo. Vitalità che trasuda da Buster Moon, il koala impresario, quello che possiede il sogno più grande di tutti ed è disposto ad ogni cosa con un’energia che ancora oggi ci stupisce. Personaggio che davvero suona originale e dalla personalità forte e riconoscibile..

Infine, come da buon prodotto Illumination, Jennings e Lourdelet non sbagliano i tempi comici, alternando vecchi trucchi (tipo il montaggio in sequenza delle audizioni andate male) a un inedito umorismo a volte surreale e deadpan.

PRO: E’ un musical (a chi non piacciono i musical?). Grandi voci e personaggi ben delineati.

CONTRO: E’ un musical (magari non piace a tutti). È un’altra storia di animaletti simpatici che vivono come se fossero uomini.

TEMI: talento, ambizione, sogno.

VOTO: 8