Si è svolto mercoledì 2 luglio nell'ambito delle Giornate Professionali di Cinema a Riccione un panel organizzato da Acec-SdC in collaborazione con il magazine The Hot Corn per interrogarsi sul tema dell'intelligenza artificiale e il futuro dell'esercizio cinematografico: possiamo guardare con ottimismo a questa innovazione?
di Giovanni Bonzanino
L’ACEC è a Ciné – Giornate di Cinema 2025, uno dei momenti fondamentali di stampo industry per il cinema italiano. Uno spazio di pianificazione e di incontro, di cui ACEC è partner al fianco di ANICA e ANEC, in cui le distribuzioni svelano i listini dei successivi sei mesi e si affrontano i temi urgenti del mercato. ACEC ha organizzato e condotto, insieme a The Hot Corn come media partner, un panel intitolato Proiezioni future: tre idee – tra AI e creatività umana – per guardare con ottimismo allo sviluppo dell’esercizio cinematografico. Quale ruolo – insomma – per l’intelligenza umana nel settore culturale futuro, in un mondo che cambia nella direzione dell’intelligenza artificiale?
Tre i relatori per altrettanti talk condotti dal Presidente ACEC Don Gianluca Bernardini: il regista Giulio Base, ora Direttore del Torino Film Festival; Lucia Cereda responsabile Sviluppo Medusa Film e Carlo Rodomonti, Head of Marketing & Innovation RAI Cinema. Tre prospettive molte diverse per provare a fare un’ipotesi concreta su uno dei temi più dibattuti del momento.
Cosa ne è emerso? La frenesia dei nostri giorni spesso rischia di tramutarsi in una incapacità di creare connessioni umane. Quando tutto è a portata di click, si disperde sia la cultura che il pubblico. “Eppure credo che ci sia speranza” sostiene Giulio Base “Chi entra in una sala oggi compie un atto di resistenza. Si mette in cammino, si siede vicino a sconosciuti e si dispone all’ascolto. La sala è un luogo in cui si tace insieme e il silenzio condiviso è già relazione. Le sale vanno difese come presidi di umanità”.
D’altronde, oggi come nel passato, il potere delle grandi storie è quello di cambiare, piano piano, la società. Su questo ha insistito particolarmente Lucia Cereda, che si è appassionata alla settima arte guardando titoli senza tempo in sala: “Oggi successi di botteghino come C’è ancora domani, Io capitano, Un mondo a parte o Il ragazzo dai pantaloni Rosa dimostrano come il pubblico abbia ancora bisogno di storie che lo ispirino”.
In chiusura Carlo Rodomonti, che è anche Presidente Unione Editori e Creators Digitali ANICA, ha affrontato direttamente la rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale i cui pericoli sono noti, ma che può offrire anche occasioni di sviluppo per l’industria audiovisiva: “Non bisogna semplificare e dividere la questione in buoni e cattivi” afferma . “Il cinema deve ribadire la sua posizione, quella di essere altro da tutto il resto. L’idea di un cinema algoritmico è una follia. In un mondo in cui tutto si divide in codice binario, noi siamo la complessità. In questo scenario la sala torna come luogo di incontro. Possiamo ridare centralità ai luoghi. Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro, dobbiamo studiarlo, conoscerlo, piegarlo per le emozioni e la comunità”.
Le Sale della Comunità rimangono un luogo di aggregazione imprescindibile per le nostre Comunità ed è certamente questo che ha loro permessi di adattarsi di pari passo con le novità tecnologiche del passato: il passaggio dalla pellicola al digitale, la resistenza alla botta della televisione e delle piattaforme. Sul futuro la partita è aperta: sta a esercenti, volontari e parrocchie accettarla e affrontarla come sempre, insieme.