Cédric Klapisch firma una commedia corale che collega i giorni nostri con la fine dell'Ottocento, per invitarci a riscoprire la bellezza, tra pittura tradizionale e fotografia nascente.

Di Gabriele Lingiardi

I colori del tempo 007

Il cinema sa collegare il presente con il passato. Attraverso le sue immagini crea legami. Succedeva in Gloria! di Margherita Vicario dove le giovani ragazze musiciste del 1800 si ribellavano all’autorità sincronizzando la loro musica, classica, con note scritte dalle donne liberate in epoca moderna di cui riescono a cogliere la rivoluzione. La stessa cosa accade nell’horror Sinners, dove in un virtuoso piano sequenza la comunità nera di tutto il mondo e di tutte le epoche balla insieme sulla stessa pedana, superando lo spazio-tempo grazie al cinema.

Ne I colori del tempo il regista Cédric Klapisch lega tantissime trame saltando di qua e di là tra una Francia del 2025 e la Parigi della Belle Époque. Il presente racconta di un gruppo di sconosciuti che scoprono di essere discendenti di una donna di nome Adèle, vissuta in una casa piena di quadri e cimeli. Bisogna decidere cosa fare dell’edificio. Nel passato la regia segue proprio Adèle nel suo viaggio dalla Normandia verso Parigi per incontrare la madre che non ha mai conosciuto. I due piani del racconto scorrono paralleli, fino a che si incrociano in sogno o durante momenti di allucinata ebbrezza.

Le persone moderne, ammirando l’arte del passato, iniziano a sentirne il respiro, l’ispirazione e a intuire il sentimento che l’ha generata. Così facendo la capiscono e la rispettano. I colori del tempo si muove nella direzione di Midnight in Paris di Woody Allen (con meno stile e più ingenuità). Non è certo originale, però ce n’era bisogno! Klapisch riesce a rendere l’opera piacevolissima da vedere. Un film equilibrato, colorato, musicale che lascerà un sorriso a fine visione. È un cinema che fa bene, perché condotto con un occhio che vede il bello in tutto e dove i legami tra le persone generano decisioni etiche. Pur con una regia talvolta molto elementare trova un guizzo poetico per mostrare due modi opposti di stare al mondo. Girando un video di fronte alle Ninfee di Monet, un’attrice si accorge che il tono del suo vestito male si addice con il dipinto sullo sfondo. Chi non ha legami con la bellezza immutabile pretende, come lei, di cambiare i colori del quadro. Chi sa adeguarsi alla meraviglia, cambia il proprio abito. Così facendo migliora se stesso.

Temi: legami, arte, famiglia, bellezza, maternità, tempo presente e passato