Un rapporto travagliato tra padre e figlio e un cavallo selvaggio, con questa metafora "western" Kim Rossi Stuart ci porta al cinema con il suo ultimo film, che nell'essenzialità lascia un segno, trattando un tema alquanto ricorrente quest'anno: Il rapporto paterno.

Di Gianluca Bernardini

Brado

C’è un rapporto sacro tra padre e figlio, come del resto esiste tra la madre e il bimbo che porta in grembo. Un rapporto che ha in sé del mistero che, anche quando fa male e hai bisogno di allontanartene, prima o poi la vita, in diversi modi, ti chiama ad affrontare.Un padre o una madre, nonostante tutto, non li si potrà mai dimenticare.
Fanno parte della nostra esistenza e abitano, in ogni modo, la nostra essenza. Un tema che Kim Rossi Stuart (qui ancora una volta nei panni del padre), alla sua terza prova come regista (non possiamo dimenticare “Anche Libero va bene” e “Tommaso”), affronta con una maturità diversa, mettendo in scena con “Brado” la storia di un ragazzo, Tommaso (Saul Nanni) che ormai adulto e indipendente ritorna per necessità nel ranch di famiglia per aiutarlo a domare un cavallo “selvaggio”, ultimo acquisto del padre Renato, rimasto solo dopo la separazione e l’uscita dei figli da casa.
Un rientro difficile, che rimette sul tappeto rancori, incomprensioni, distanze che nel tempo hanno inciso sul loro rapporto nonché sul ménage familiare.

Un film piuttosto asciutto ed essenziale che, nel tentativo di descrivere il difficile addestramento dell’animale, cerca di rimettere al proprio posto ogni tassello del puzzle della loro storia. Un’impresa ardua, tratta dal racconto “La lotta”, inserito nella raccolta “Le guarigioni”, scritto dallo stesso Kim Rossi Stuart che nel film è anche cosceneggiatore. Un’opera riuscita, perché sentita e diretta da uno che conosce non solo il cinema, ma anche l’animo umano e il tesoro segreto delle relazioni. Quelle che nel bene e nel male incidono sempre nella nostra storia, fino al termine dei nostri giorni.

Un “western” esistenziale a cui non mancano elementi molto vicini al cristianesimo (tema del fine vita), tanto da far dichiarare al regista romano: “Credo che al di là del grado di fede che uno può avere sulle questioni più trascendentali, più misteriose, nel cristianesimo ci sono le istruzioni per l’uomo più sagge in cui mi sia mai imbattuto. Istruzioni per vivere, per stare in questo mondo”.
Senza dubbio: da vedere.

 

Temi: famiglia, rapporto padre-figlio, relazioni, amore, ferite, animali, morte, vita