Recensione #3 - CinemaRagazzi

in collaborazione con Cesare Colombo

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Palle di neve è un incantevole film d’animazione fortemente consigliato ai bambini, ma molto utile a educatori e genitori, perché ha un grande potenziale educativo sui valori della solidarietà, dell’amicizia e sull’inutilità di una competizione esasperata. Inoltre, vedere un film d’animazione oggi che non parla di smartphone, tablet e intenet, ma di giochi all’aperto, di ingegnosa creatività e utilizzo della fantasia lo rende ancor più godibile.  Palle di neve è il remake “animato” del film di André Mélancon tratto dal racconto Il cane che fermò la guerra. Lo stile visivo e grafico del film è basato su un disegno essenziale e fortemente poetico (meravigliosi i flashback acquerellati), per nulla sofisticato e che, quindi, mette in risalto personaggi, relazioni e valori. Bella anche la colonna sonora, a cui hanno collaborato importanti artisti del Quebec, fra cui Simple Plan e Celine Dion.
La trama è ambientata in un piccolo villaggio innevato del nord, forse in un qualche Paese del Canada vista la provenienza del film. Durante le due settimane di vacanze invernali, i bambini decidono di organizzare un’enorme sfida a palle di neve. A capo delle due squadre ci saranno Luc, che porta sempre con sé una tromba, e Sophie, una bella e sveglia ragazzina appena arrivata in paese che, con la squadra, si difende costruendo un incredibile fortino di neve. Vincerà la sfida la squadra che, alla fine delle vacanze, sarà riuscita ad occupare il fortino per ultima. E’ evidente che tra Luc e Sophie scocca un tenero sentimento dal primo sguardo, ma l’orgoglio, l’agonismo  e la paura di non piacere incendieranno ancora di più la contesa.

La metafora del gioco, che all’inizio è divertente e alla fine si trasforma in una vera e propria di “guerra”, diventa una dura riflessione sul senso dei conflitti, da quelli infantili che, spesso si superano con una stretta di mano, a quelli più grandi e tragici che infestano l’umanità. Il film è efficace nella descrizione delle dinamiche di gruppo, nell’analisi delle relazioni sui criteri che vengono adottati dai ragazzi per stabilire un’amicizia, scegliere un capo, formare un gruppo tenendo conto della differenza sostanziale tra maschi e femmine.

La cosa interessante e che salta subito all’occhio è la totale assenza di figure adulte nel film. Sulle intenzioni del regista Jean-François Pouliot si può ipotizzare forse una denuncia del disinteresse del mondo adulto, troppo impegnato nelle sue faccende, per quello dei bambini o il suggerimento che i bambini devono cavarsela e maturare da soli o che così avviene. Di certo, la totale mancanza di adulti eleva i piccoli protagonisti a prototipi rappresentativi della società (dal leader al gregario, dall’outsider pacifista all’esterno che vuole documentare in modo oggettivo il conflitto ecc.)

Interessante è, appunto, la figura di Nicky, il bambino che preferisce restare al di fuori della contesa, vera o finta che sia, in nome della fede nel pacifismo. Una sua frase potrebbe diventare lo slogan del film: “La guerra non è divertente”. E Luc lo sa bene, poiché ha perso il padre in guerra.

Palle di neve si presta sicuramente a una riflessione sul senso del gioco e sul valore della solidarietà e dell’amicizia. Il gioco, come la vita, è bello finché rimane dentro i limiti e rispetta le regole. Quando si superano questi confini, il gioco si trasforma in qualcosa di diverso, anche in una tragedia.  Solo l’amicizia, la solidarietà, la condivisione possono dare gusto e senso al tempo che si ha a disposizione. Solo in questo modo il dolore che ciascuno porta dentro di sé verrà superato.
PRO: Stile molto poetico che, insieme ai valori, viene posto in primo piano rispetto all’entertainment. Adatto a bambini e educatori.

CONTRO: Forse sarà apprezzato più dagli adulti per il suo fascino e sapore antichi.

TEMI: Amicizia, Gioco, Squadra, Agonismo, Educazione

VOTO: 8

Palle di Neve