Recensione #6 - CinemaRagazzi

In collaborazione con Cesare COLOMBO

Se la Pixar si orienta a conquistare la fascia più adulta, ci pensa una piccola produzione franco-canadese a far sognare i bambini nella filosofia che tutto è possibile se lo si desidera davvero. Lo studio Atelier Animation, senza pretese e con un budget ridotto di “solo” 30 milioni di euro, vuole riportare l’animazione ad altezza di bambino, o meglio, di bambina.

Nasce così il film Ballerina diretto da Eric Summer e Éric Warin, al loro esordio alla regia di un cartone animato: il primo regista di telefilm francesi e il secondo collaboratore di Sylvain Chomet in appuntamento a Belleville.

Se ci limitassimo a vedere questo film con gli occhi di un adulto, ci fermeremmo ai cliché dell’atmosfera dickensiana: l’orfanotrofio, una Parigi prossima all’Exposition Universelle con la Tour Eiffel in costruzione, Cenerentole e matrigne, povertà e borghesia unite dal filo del sogno in cui “basta crederci”, tra l’eroismo romantico e la voglia di riscatto sociale tipica della rivoluzione industriale.

Protagonista è Felicie, orfana di umili origini che sogna di diventare un’etoile all’Opera di Parigi; la “nuova cenerentola”, con la sua gonna rattoppata, i capelli color rame e lo spirito ribelle, vuole fuggire dall’orfanotrofio in Bretagna che la ospita e pianificherà il suo viaggio “verso l’età adulta” insieme all’amico, e aspirante inventore, Victor.

La narrazione diventa la parabola dell’eroe alle prese con il superamento dei propri limiti e la danza classica si rivela per quella che è: arte, passione e grazia, ma anche fatica disciplina e ostinazione in un bilanciato equilibrio fra emozione e tecnica. Usando le parole di Odette, mentore di Felicie e sguattera la cui carriera di promettente ballerina è stata stroncata da un incidente, “La tua rabbia, il tuo dolore e la tua gioia, mettili tutti nella danza. Vivi la musica, sentila! Ogni nota, ogni suono, ogni armonia deve far vibrare il tuo corpo, dalla radice dei capelli alla punta delle dita dei piedi”.

La riproduzione coreografica è precisa e curata da due consulenti alla produzione e celebrità dell’Opera di Parigi: la direttrice Aurélie Dupont e il primo ballerino Jérémie Belingard che hanno scelto la ritmica e immaginato le coreografie fin nel minimo dettaglio e ballato tutte le scene per tutti i personaggi. Questa accuratezza va a coprire alcune lacune del film, come la grossolanità delle pose espressive e del carattere dei personaggi (privi di sfumature che ricordano molto i primi esperimenti di animazione digitale della Pixar ), il doppiaggio italiano poco emotivo (soprattutto per il personaggio di Odette, doppiato dall’etoile Eleonora Abbagnato) e il racconto che risulta, alla fine, didascalico e poco poetico.

Di certo, Ballerina nasce senza troppe pretese e raggiunge il suo compito di intrattenere i più piccole cercando di educarli a non smettere di sognare.

PRO: Un film DAVVERO per bambini con l’intento di educare al “segui i tuoi sogni” con tutto l’impegno che necessita. Ottimi i movimenti coreografici dei personaggi.

CONTRO: Scarsa caratterizzazione dei personaggi e dell’ambientazione. Trama un po’ troppo didascalica.

TEMI: Sogni, ambizione, riscatto, amicizia.

VOTO: 7