Titanic è tornato nelle sale italiane. Che effetto fa, rivisto oggi, il film di James Cameron?

di Gabriele Lingiardi

Titanic

Sono già passati 20 anni da quel “sono il re del mondo” che ha cambiato per sempre la storia del cinema. Per festeggiare l’anniversario dell’uscita di Titanic il film di James Cameron è tornato nelle sale italiane per tre giorni: 8, 9 e 10 ottobre.

Cosa resta della pellicola oggi, dopo che l’incasso stratosferico è stato superato e dopo che gli 11 Oscar vinti non fanno più impressione? Inaspettatamente, gli spunti di riflessione sono ancora molti.

Visto con gli occhi di oggi Titanic può essere ammirato per la maestria tecnica degli effetti visivi dell’epoca, per il coraggio di proporre un a storia dalla lunga durata (sono sempre più rari oggi i film sopra le 3 ore) e dal finale dolceamaro. Ma i giovani spettatori che oggi si approcciano alla pellicola potranno apprezzare soprattutto il sapore di un cinema oramai classico. Rivedendo Titanic si notano le molte componenti melodrammatiche. I gesti e la caratterizzazione dei personaggi sono volutamente esagerati: tutto è portato all’estremo, come i kolossal richiedono, sacrificando la complessità dei caratteri. Una gestione dell’equilibrio narrativo lontano da quello a cui siamo abituati.

Alla trama si innesta però una sezione ambientata nel presente narrativo, dal tono più contenuto e realistico. Rose è anziana e rivive nei ricordi la tragedia del naufragio fino al suo “lasciare andare” il cuore dell’oceano. Un gesto simbolico, di liberazione dal passato, di accettazione del lutto, che ancora oggi non lascia indifferenti.

James Cameron ha raccontato attraverso i ricordi di Rose il cinema dell’epoca in piena trasformazione tra la fine dell’epoca della pellicola (i ricordi in stile melodramma) e l’avvento del digitale (il presente freddo e realistico).

Il naufragio è raccontato dal punto di vista della protagonista, e non di Jake: una scelta radicale all’epoca, che si rivela ai posteri quanto mai azzeccata. In Titanic cambia lo sguardo, cambia il concetto di eroe: non più il muscoloso tuttofare che all’ultimo secondo salva la sua bella, bensì un umile ragazzo che dona la vita facendo spazio sui rottami di legno, simbolo dell’opulenza umana. Un messaggio che, 20 anni dopo, risuona quanto mai attuale.