Un momento della vita da cui non si torna indietro. Parliamone con un film: Quel giorno d'estate di Mikhael Hers.

di Gianluca Bernardini

Quel giorno d'estate

Come è cambiata la vita dopo gli attentati di Parigi del 13 novembre 2015? Come hanno vissuto i protagonisti della strage dopo la perdita dei loro cari in una maniera così tragica e violenta? Come continua oggi la vita, per esempio, in Francia sotto la paura di eventi possibili che potrebbero sconvolgere ancora l’esistenza di molti?
Sono domande pertinenti a cui Mikhael Hers cerca di rispondere nel suo ultimo film «Un giorno d’estate», narrando la vicenda della piccola Amanda (Isaure Multrier) e del giovane zio David (Vincent Lacoste) che, dopo la morte della sorella in un attacco terroristico, si trova ad accudire la bambina di soli setti anni nella grande metropoli parigina.
Una storia «semplice», di forte impatto emotivo che si gioca tutto, fin dalle prime scene, sul binomio «presenza-assenza» declinato in modo delicato, ma reale. Senza, dunque, calcare la mano sul tragico, il regista ci porta dentro un mondo che di fatto ha cambiato i propri connotati (è così normale che per entrare in un parco si debba passare attraverso il controllo di un metaldetector?) pur continuando a girare intorno alla «banale» quotidianità.
Un tempo in cui si cammina, forse, con la paura cucita addosso, come quando un lutto improvviso viene a sconvolgere inaspettatamente la propria esistenza. La stessa dei protagonisti, fragili ma allo stesso tempo forti, uniti da un legame tenero che giorno per giorno cresce dentro la fatica di un «viaggio», forse, troppo pesante da sopportare.
Una vera partita, però, che vale la pena giocare insieme, anche quando il fatidico finale sembra scontato e la perdita essere proprio dietro l’angolo. Le lacrime possono allora trasformarsi in gioia, il sole tornare di nuovo a risplendere sui volti, il sorriso posarsi ancora sulla labbra, come per Amanda e David aperti ad un nuovo destino. Da vedere e non giudicare subito. Un film che resta dentro e scava. Nel profondo.

Temi: terrorismo, perdita, lutto, dolore, emozioni, relazioni, famiglia, amicizia, paternità.