Non sono più qui è disponibile da tempo su Netflix, ma ha catturato l'attenzione di molti spettatori grazie alle buone parole messe da due registi...

Di Gianluca Bernardini

Non sono più qui

Ci sono due grandi registi, Guillermo del Toro e Alfonso Cuarón (i cui ultimi film sono due capolavori: La forma dell’acqua e Roma), che in questi giorni stanno spingendo un piccolo grande film, presente nel catalogo Netflix.

Non sono più qui è diretto da Fernando Frias e racconta la storia di Ulises, un giovane messicano che, dopo avere assistito a una resa dei conti tra gang locali è costretto a fuggire dalla sua città natale, Monterrey, e rifugiarsi a New York.
Il presente e il passato del protagonista si fondono, così nel giro di una sola inquadratura ci ritroviamo catapultati negli Stati Uniti, spaesati come lui, senza riferimenti o ritorniamo nei ricordi della patria.

Ulises parla due lingue: lo spagnolo e la Cumbia, una danza popolare colombiana che si è diffusa in Messico diventando popolarissima tra i più giovani. Muoversi a ritmo diventa per il ragazzo uno strumento di comunicazione con i coetanei e con Lin, ragazza asiatica di seconda generazione, ma perfettamente integrata nel tessuto sociale. Anche il bizzarro taglio di capelli di Ulises attira e incuriosisce gli sguardi. Musica e aspetto fisico, due fattori che lo portano al centro di una rete di relazioni effimere. Viene, infatti, trattato come un oggetto bizzarro e curioso, da usare e lasciare quando non più interessante.

Non sono più qui è un film in cui il protagonista prende (letteralmente) molte porte in faccia, che racconta un mondo fatto di solitudine umana. Eppure del Toro e Cuarón (entrambi messicani) ci invitano a vedere altro. Il regista si sofferma, infatti, su un momento storico e una cultura così specifica da diventare universale. Il viaggio di Ulises (nome non casuale) non è solo un attacco ad un’America sempre più indifferente, ma è un manifesto per tutti gli scomparsi di questo mondo, che camminano nelle nostre strade senza avere il privilegio di uno sguardo e un tocco umano. Da vedere.