L’emergenza da Coronavirus ha dato origine a settimana nera per il commercio italiano che ha colpito anche i cinema e le sale di spettacolo.

Di Gabriele Lingiardi

Coronavirus cinema

I provvedimenti restrittivi per arginare la diffusione del contagio hanno portato alla sospensione immediata degli eventi pubblici, comprese le proiezioni cinematografiche e gli spettacoli teatrali. Le Sale della Comunità ACEC, così come tutti gli altri esercizi, sono rimaste chiuse secondo indicazioni del ministero. Un’adesione ai provvedimenti sofferta, ma accettata da tutto il settore con senso di responsabilità. Lo stop ha portato però alla fine di un trend positivo che aveva visto un aumento degli incassi del 10% rispetto a gennaio 2019 e ha dato origine a una crisi senza precedenti. Sono stati annullati 7.400 spettacoli in tutta Italia nel primo weekend di quarantena, con un calo di presenze del 44% rispetto al fine settimana precedente. La settimana trascorsa ha visto una perdita di presenze del 65% rispetto al 2019, su base nazionale. Le attività nelle regioni del nord sono state completamente sospese fino al 1 marzo (salvo proroghe) con conseguente rinvio delle uscite di molti titoli (tra cui il nuovo film di Verdone e “Volevo nascondermi” di Giorgio Diritti, che perde la scia del successo di critica al festival di Berlino). Nella giornata di venerdì le associazioni di cinema e spettacolo si sono sedute al tavolo del MiBACT per valutare i danni al settore. L’AGIS ha chiesto al ministro Franceschini l’apertura di uno stato di crisi con conseguenti misure straordinarie sulle imposte e la stesura di un piano di ripartenza. Il rischio è infatti che la sala venga percepita dal pubblico come un luogo pericoloso anche una volta passata l’emergenza. Così non è: i cinema e teatri restano luoghi sicuri per il pubblico, e strumenti necessari per la ripresa della normalità di una città come Milano che sta soffrendo particolarmente l’isolamento forzato. Come Sale della Comunità non possiamo che essere preoccupati per le pesanti perdite economiche e sociali. Ci affidiamo quindi al pubblico, sempre appassionato e vicino ai volontari che operano nelle nostre realtà, affinché si possa riaprire presto con un nuovo entusiasmo. Ritrovando il gusto di stare insieme e di fare cultura in sicurezza, per ripartire con la vita di tutti i giorni.