Giovedì 23 settembre in molte Sale della Comunità si è svolta l’anteprima del film “Un figlio”. Un evento che ha aperto gli SdC Days in tour 2021, le giornate dedicate alle sale ACEC.

Di Gabriele Lingiardi

Un Figlio

L’opera diretta da Mehdi Barsaoui arriverà nei cinema di tutta Italia a partire dal 21 di ottobre. Fares e Meriem hanno tutto: successo nel lavoro e in amore, sono belli, benestanti, con un figlio – Aziz – nel pieno della scoperta della vita. Di ritorno da un viaggio in Tunisia, durante l’estate del 2001, subiscono un’imboscata. La loro auto viene crivellata di colpi di pistola. I due genitori sono incolumi, ma una pallottola ha ferito il bambino perforandogli il fegato. Ricoverato d’urgenza, combatte tra la vita e la morte. Ha urgente bisogno di un trapianto, ma una scoperta sconvolgente rischia di mettere a repentaglio la salvezza del piccolo e la solidità della famiglia. “Un figlio” prende molto dal cinema di Asghar Farhādi (“Una separazione”, “Il cliente”), nel modo in cui racconta i drammi famigliari scaturiti all’improvviso da un fatto della vita. Come i rapporti apparentemente solidi possano scricchiolare sotto il peso del passato e delle tragedie. Aiutato dalla combattuta performance di Sami Bouajila (premiato come miglior attore nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia) il film esprime una sofferenza sottile. La cupezza delle immagini non opprime nascondendo l’umanità, anzi, proprio nella tragedia emerge un’indagine della fragilità della nostra condizione etica e spirituale. Grazie alla scelta di due protagonisti resi il più possibile universali (e molto occidentalizzati), non è difficile chiedersi “cosa avrei fatto io al loro posto?”. La risposta apre ad angoli della coscienza più oscuri di quello che crediamo. Il bene è sempre una scelta e la violenza genera altra violenza in un ciclo infinito. Sta a noi spezzarlo. Ma a volte ci sentiamo soli come un gattino che vaga nei corridoi deserti di un ospedale (un’immagine bellissima) in cui tante storie e tanta sofferenza passano davanti agli occhi. Si lotta per salvarsi, ma non sempre esistere significa veramente vivere. Non se distruggiamo noi stessi per farlo.