La Mostra del Cinema di Venezia va vissuta lasciandosi stupire dai film. Sono infatti poche le regole che sovrintendono la selezione delle opere. Una, piuttosto ferrea, è di accettare solo anteprime mondiali. Poco si sa, quindi, prima di arrivare in sala.

Di Gabriele Lingiardi

Chiara Venezia 79

Il lavoro del critico è pari a quello di un esploratore. Ci si prepara a fatica, delusioni, e alla soddisfazione della scoperta di piccoli tesori nascosti. In qualche modo li si adotta, per valorizzarli una volta arrivati sul grande schermo. Con questo spirito di ricerca l’ACEC e le Sale della Comunità sono al Lido per la settantanovesima edizione del festival. In ogni pellicola si possono nascondere stimoli, anche pastorali da valorizzare nei nostri spazi. Il cinema è da sempre attento allo spirito, anche quando non sembra. In fondo le immagini sono il modo migliore per raccontare l’anima. Quest’anno però ci sono ben tre titoli che affrontano direttamente i temi cristiani. Il primo è “Padre Pio” di Abel Ferrara. Un regista ostico, la cui carriera è indescrivibile e ha toccato ogni estremo. Dalla violenza e l’exploitation fino alla collaborazione con Nicholas St. John, sceneggiatore cattolico particolarmente attento all tema del peccato e della redenzione. A interpretare il Santo è un’altra figura sorprendente: l’attore Shia LaBeouf. Ex star hollywoodiana, ha attraversato una grave crisi personale, che l’ha portato a una forte depressione (da lui raccontata durante le interviste promozionali). Il cuore del film è però l’eccidio di San Giovanni Rotondo, che sintetizza nel film i molti mali del mondo. Uno dei documentaristi italiani più importanti, Gianfranco Rosi, ha creato “In Viaggio”. Una rielaborazione per immagini della dottrina di Papa Francesco enunciata attraverso i suoi viaggi. Una sorta di Via Crucis che fa risuonare ancora più forti le parole pronunciate in ogni angolo del mondo. Rosi, che fece scalpore per avere raccontato la crisi dei migranti con “Fuocoammare”, non mancherà di imprimere la sua personale poetica dando nuova vita e nuovo senso al repertorio video. Curiosa l’operazione di Chiara. La sorprendente Susanna Nicchiarelli (“Miss Marx”, “Nico 1988”) si confronta con una nuova figura femminile per il suo cinema: Santa Chiara. Il film è ambientato nell’Assisi del 1211, quando la giovane diciottenne scappa di casa per seguire Francesco nella rivoluzione della sua vita di fede, e in quella verso l’età adulta. Il film è recitato in volgare umbro e promette di mantenere la forza innovativa e la ricerca delle emozioni giovanili tipiche della regista.