Gli spettatori avevano voglia di tornare al cinema e l’hanno dimostrato alla ripartenza, grazie al buon successo di titoli premiati agli Oscar come Nomadland e Minari. I dati delle prime riaperture su scala nazionale sono incoraggianti. Tra gli esercenti “pionieri” che hanno già iniziato questo “secondo tempo” del cinema, dopo la lunga chiusura, vi sono anche le Sale della Comunità.

Di Gabriele Lingiardi

Cinema

L’ACEC, l’Associazione Cattolica Esercenti Cinema, ha reso noto che nei primi giorni di programmazione sono stati più di 50 i cinema che hanno ripreso l’attività. Il numero è destinato a crescere, raggiungendo le centinaia entro pochi giorni. Questo nonostante le condizioni per la riapertura non siano propriamente favorevoli, tra mancanza di prodotto e limiti orari per il coprifuoco. Due gli ingredienti fondamentali che hanno permesso di riaccendere i proiettori: la flessibilità delle Sale della Comunità, resa possibile dai numerosi volontari che hanno risposto con entusiasmo alla chiamata dopo essersi impegnati in attività di formazione e aggiornamento durante i mesi di lockdown.

In secondo luogo l’idea dietro la ripartenza. Lo spirito che li anima non è quello commerciale, ma quello civile. Realizzare un’idea di cultura e di socialità è più importante dei profitti. Per questo in Puglia (ma anche in gran parte del territorio) i “piccoli” cinema parrocchiali sono riusciti ad aprire ancora prima dei grandi multisala spianando la strada alla ripartenza. A Senigallia la riapertura ha originato una festa del cinema. Dal 3 al 5 maggio il Gabbiano ha offerto al pubblico film gratis a sorpresa per quasi tutto il giorno, ospitando 850 persone in 8 spettacoli. Anche Bergamo e Milano hanno ripreso con un ottimo segnale da parte degli spettatori più affezionati, felici di ritornare a intessere il legame affettivo con la sala. Non solo film: il Piccolo di Padova propone anche pomeriggi in musica con le grandi opere liriche con un’ottima risposta. L’ACEC Brescia sta preparando l’estate con il “Progetto Fenice”. Uno schermo, un proiettore e un’impianto audio di ultima generazione al servizio delle sale che lo richiedono. Un cinema all’aperto itinerante con già più di 40 serate prenotate.

In Lombardia inoltre le ACEC territoriali stanno unendo le forze per il progetto ExtrACEC che propone una programmazione sotto le stelle accattivante e ad evento. Una ripartenza che suona come un atto di resilienza, ma anche di creatività e affetto per il pubblico. Saranno proprio le persone, con il loro sostegno e la voglia di tornare insieme, ad essere i protagonisti più importanti della nuova stagione. “La Sala della Comunità è di chi la vive” dice don Gianluca Bernardini, presidente dell’Associazione “crediamo che sia importante esserci proprio in questo momento di ricostruzione. È l’occasione in cui le nostre sale possono ritrovare la loro essenza più pura, come punto di incontro per le persone e come luce che illumini di bellezza non solo gli schermi, ma anche le nostre stesse comunità”.