Analizziamo insieme quelli che sono gli spunti di attualità de "Il signore delle formiche" cercando di capire quanto possa, un "Caso Braibanti", essere oggetto di conversazione al giorno d'oggi, ma sopratutto perché valga la pena proporlo in sala

Di Fabio Valle

Il signore delle formiche

Questo film serve a ridare il potere a chi il potere non lo ha” cosi Gianni Amelio ha introdotto il suo film all’undicesima edizione di Ciné dello scorso luglio.

“Il signore delle formiche”, uscito recentemente in sala, ripercorre infatti la storia del processo Braibanti avvenuto alla fine degli anni 60. Aldo Braibanti, intellettuale di sinistra, dopo aver militato nel partito comunista per diversi anni si indirizza verso il piano culturale e naturale andando ad approfondire il suo ruolo e interesse della mirmecologia (la disciplina che studia le formiche) e andando a rivalutare attraverso la realizzazione di un laboratorio culturale quello che era il torrione Farnese di Castel d’Arcuato nel Piacentino.

Dopo la fine di questa esperienza si trasferisce a Roma con il compagno 24 enne (nel film Ettore) che verrà poi rapito dal padre per essere rinchiuso in un manicomio, la sua famiglia conservatrice non accettava infatti il rapporto che il ragazzo aveva sviluppato con Aldo Braibanti.

Contemporaneamente i suoi genitori denunciano il professore, denuncia che  prende forma di processo nel 1964, per la prima volta qualcuno viene accusato di Plagio, ossia: “Chiunque sottopone una persona al proprio potere, in modo da ridurla in totale stato di soggezione”.

Accuse legate ad un’ideologia filosofica anarchica. Si diceva che Braibanti l’avesse inculcata ad alcuni dei suoi alunni, in particolare Ettore. Imputazioni che in realtà nascondono una vera e propria omofobia interiorizzata delle istituzioni. 

La stessa sinistra non radicale all’epoca ne prendeva in qualche modo le distanza anche in maniera indiretta attraverso la censura nei giornali di partito, nel film la tematica viene tratta da Elio Germano, che interpreta un giornalista de “L’Unità”.

Ma che senso ha proporre questo film adesso?

Amelio prova lanciare una sorta di suggerimento nella proiezione mostrando per una manciata di secondi il viso della senatrice Emma Bonino, attivista che rappresenta ancora oggi un simbolo nella lotta sociale. Un invito quindi al combattimento delle ingiustizie nelle istituzioni? Forse, ma non sembra essere del tutto azzeccato in questa apparizione fuori dal ritmo del film.

Quello che è sicuro sono invece le figure che troviamo ne “Il signore delle formiche”, che in qualche modo rappresentano la società di oggi ponendosi su due fronti opposti: da un lato troviamo l’amico di Greta, che in cuor suo per famiglia o tradizione l’omosessualità proprio non riesce a tollerarla; le istituzioni, che pur di accusare un uomo per il suo orientamento sessuale rispolverano un articolo giuridico del periodo fascista. E infine la famiglia stessa di Ettore, che a costo di rovinare la vita al proprio figlio, decide di mandarlo in un manicomio per via del suo avvicinamento al professore e sopratutto con il recondito desiderio di “cambiare” per il suo orientamento sessuale .

Ma a loro si contrappongono delle figure costanti, pronte a difendere a spada tratta il protagonista a costo di perdere la propria dignità o il proprio posto di lavoro. Troviamo infatti Greta stessa e i vari comitati studenteschi, che combattono protestando fino all’ultimo per la scarcerazione di Braibanti; Elio Germano, nel film Ennio, che cerca a tutti i costi di contrastare la censura sui giornali di partito. Oppure la mamma di Aldo che fino all’ultimo istante della sua vita al figlio ha voluto sempre bene, difendendolo anche dalle dicerie di paese.

Tutto questo si può vedere come un invito, un invito a combattere ma anche a guardare oltre e cercare quelli che “rimangono”, un invito a non arrendersi davanti alle ingiustizie e fare squadra con chi queste ingiustizie sceglie di combatterle rimanendo al fianco di coloro che, per qualche motivo, non possono difendersi.

A volte l’unica cosa che davvero conta è una sorta di stabilità, e in un mondo che trema queste figure sono la giusta costante per affrontare il tremore.