Terzo appuntamento sulle pagine social dell’ACEC di Milano (Instagram, Facebook e YouTube) e delle sale aderenti, con la rassegna “Il cinema riprende”. Il critico Andrea Chimento introduce il film Vitalina Varela, disponibile gratuitamente alla visione sulla piattaforma RaiPlay e mai arrivato in sala.

Di Gabriele Lingiardi

Il cinema riprende Vitalina facebook

Pedro Costa dirige un film “difficile”, ma imperdibile, in cui la morte è solo l’inizio di un viaggio per la protagonista. Una figura di donna straordinaria e complessa che viene ritratta con un stile fotografico di straordinaria bellezza. Le immagini di Vitalina Varela ci accompagnano in un mondo di ombre tagliato da spiragli di luce in cui intravediamo le figure. Il film gioca con il tempo  dilatandolo il più possibile. Ed è proprio la durata delle singole inquadrature che va a rappresentare il tempo dell’attesa di una donna che ha aspettato per anni di potere arrivare in Portogallo per ritrovare il marito immigrato, ma che giungerà a destinazione solo qualche giorno dopo la morte dell’uomo. Inizia così una ricerca nei giorni perduti insieme, nell’identità di una persona distante. Che cosa ci rende vivi? Che cosa dà luce ai nostri giorni? Sembrano essere queste le domande guida di questo film sui moderni zombie. Non è certo un film horror, ma le anime in pena che ritrae sono le stesse. Pedro Costa fotografa “morti viventi” sulla terra, smarriti e immobili. Entriamo in una forma di limbo, in cui la presenza del ricordo del marito morto è una presenza ancora più viva dei personaggi sullo schermo. Vitalina Varela è un film “sfidante” per lo spettatore e, proprio per questo motivo, è consigliabile ascoltare la presentazione del cineforum prima della visione. È anche un’opera in grado di specchiarci nel nostro presente, chiamandoci a riflettere sulle conseguenze di questi tempi, sul cambiamento nei rapporti umani. Un film che bene rappresenta, attraverso le immagini, gli interrogativi espressi dall’Arcivescovo di Milano Monsignor Mario Delpini: “Gente del mio tempo, perché non sei in cammino? Perché te ne stai seduta nelle tenebre che ricoprono la terra, nella nebbia fitta che avvolge i popoli? Gente del mio tempo, quale male oscuro impigrisce il tuo pensiero, sfianca le energie, dissuade dal sognare?”.

Potete vedere l’introduzione al film di seguito:

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