Al cinema teatro in via Minzoni parte l'edizione 2016 di FilosofArti parallelamente alla stagione teatrale e alla programmazione dei film.

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A Gallarate, il Teatro dell’Arte è un vero polo culturale per la comunità e l’intera cittadina e, come ogni anno, si distingue per la molteplicità di proposte e iniziative che ospita al suo interno.

Sabato 20 febbraio, il festival FilosofArti incomincia proprio sul palcoscenico della sala gallaratese e affida a Moni Ovadia l’introduzione al tema del l’edizione 2016 “Oltre le mura. Equità e giustizia”. L’attore e uomo di spettacolo terrà una lectio magistralis sul rapporto fra legge e morale, fra giustizia retributiva e dimensione sociale della equità, i diritti non scritti, il dialogo interreligioso, le storture del mercato e del lavoro. Una conversazione aperta al pubblico con uno dei più grandi testimoni della contemporaneità. Dopo questo evento, il festival continuerà fino al 9 marzo con molteplici inziative in diversi luoghi della cittadina.

Continua, invece, la XLVIII stagione teatrale portando un classico delle letteratura italiana, “Decamerone. Vizi, virtù, passioni” con Stefano Accorsi e la regia di Marco Baliani. Sulla scena è parcheggiato un carro-furgone, “casa” e teatro viaggiante della compagnia che si appresta a mettere in scena l’opera. La modularità del carro, favorirà la messa in scena di sette novelle del Decamerone, permettendo di volta in volta la creazione degli spazi e delle suggestioni necessarie alle storie che si vanno a narrare.Una grande passione anima la compagnia, ma non altrettanto grandi sono le loro risorse materiali, si alterneranno quindi in un susseguirsi di ruoli e vicende, forti della loro arte teatrale. Lo spettacolo andrà in scena in doppia replica mercoledì 24 e giovedi 25 febbario alle ore 21.

Da venerdì 19 a martedì 23 febbraio, infine, la programmazione cinematografica della sala gallaratese approda al docu-film e alla narrazione d’autore proiettando “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi. Nel suo viaggio intorno al mondo per raccontare persone e luoghi invisibili ai più, dopo l’India dei barcaioli (“Boatman”), il deserto americano dei drop-out (“Below Sea Level”), il Messico dei killer del narcotraffico (“El Sicario”, “room 164”), la Roma del Grande Raccordo Anulare (“Sacro Gra”), il pluripremiato regista e documentarista è andato a Lampedusa, nell’epicentro del clamore mediatico, per cercare, laddove sembrerebbe non esserci più, l’invisibile e le sue storie. Seguendo il suo metodo di totale immersione, Rosi si è trasferito per più di un anno sull’isola facendo esperienza di cosa vuol dire vivere sul confine più simbolico d’Europa raccontando i diversi destini di chi sull’isola ci abita da sempre, i lampedusani, e chi ci arriva per andare altrove, i migranti.Da questa immersione è nato Fuocoammare. Racconta di Samuele che ha 12 anni, va a scuola, ama tirare con la fionda e andare a caccia. Gli piacciono i giochi di terra, anche se tutto intorno a lui parla del mare e di uomini, donne e bambini che cercano di attraversarlo per raggiungere la sua isola. Ma non è un’isola come le altre, è Lampedusa, approdo negli ultimi 20 anni di migliaia di migranti in cerca di libertà. Samuele e i lampedusani sono i testimoni a volte inconsapevoli, a volte muti, a volte partecipi, di una tra le più grandi tragedie umane dei nostri tempi.