di Gianluca BERNARDINI

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Khris Kyle (il talentuoso Bradley Cooper) è un eroe, uno di quelli che l’America non dimenticherà facilmente tantomeno dopo che Clint Eastwood ha messo in scena la sua storia per renderla universale. Tratto dal best seller del vero Kyle, «American sniper» narra la vicende del texano divenuto nella guerra in Iraq uno dei più grandi «cecchini» della storia americana. «Dio, patria e famiglia», questo il trinomio del vero patriota, lo stesso forse di Eastwood che a 83 anni torna dietro la macchina da presa per parlarci nuovamente di conflitti bellici, dopo «Lettere da Ivo Jima» e «Flags of Our Fathers», come solo lui sa fare attraverso la settima arte di cui lui è e resta, a tutto tondo, un vero maestro. La capacità del grande cineasta, infatti, non sta soltanto nel rendere il più verosimile possibile la percezione della realtà della guerra, con le sue atrocità e spettacolarizzazioni, ma anche in quel saper entrare nell’animo di chi protagonista vive il dramma interiore della propria coscienza che si trova a combattere con i doveri verso il Paese che serve e ama contro gli affetti che lo bramano. Questo è Kyle, un uomo tutto d’un pezzo, arruolatosi nelle forze speciali dei Navy Seal, con una moglie (Sienna Miller) e due bambini a cui tiene e a cui pensa anche nei momenti più atroci in cui deve rispondere al dovere di difendere e salvare i propri compagni in pericolo, nonostante tutto. Non uno che spara a sangue freddo, ma uno che crede nella propria missione e la compie con estrema dedizione: «Volevo fare il cowboy, ma sento che sono nato per qualcosa di più». È con questa eccedenza che gioca la regia pulita e precisa di Eastwood, che sa mettere ben in scena anche quello che lo spettatore non vede, ma può percepire guardando Kyle davanti al televisore spento mentre, tornato a casa, il frastuono della guerra, con i suoi rumori, lo tormenta ancora. Poiché, purtroppo, come gli ricorda la moglie Taya, «non si può girare intorno alla fiamma per sempre». Questa è d’altronde la legge della guerra, ogni guerra che si affaccia sulla Terra, che volenti oppure no ci interroga, ci provoca e chiede da che parte stare. Anche se, dovremmo sempre ammettere con Benjiamin Franklin, «non c’è mai stata una guerra buona o una pace cattiva». Da vedere e ricordare.

Temi: guerra, famiglia, patria, coscienza, valori, lotta.