di Gianluca BERNARDINI

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Che cosa si agita «dentro» l’umano che ci fa sentire tristi, arrabbiati, disgustati, paurosi oppure gioiosi? Sono appunto le nostre emozioni, quelle che la «Pixar» ha messo sullo schermo con il nuovo film d’animazione «Inside out» davvero geniale.  Come possiamo avere controllo su di esse per non lasciarci sopraffare negli accadimenti della vita? Partendo dalla storia della piccola Riley veniamo catapultati dentro la testa di una ragazzina che a undici anni è costretta a trasferirsi dal Minnesota a San Francisco insieme alla sua famiglia, a causa del lavoro del padre. Gioia che ha sempre tenuto il comando finora della sua «console» viene a trovarsi in evidente difficoltà con Rabbia, Paura, Disgusto nonché con Tristezza che sembrano «raffreddare» le isole felici del suo mondo: la famiglia, l’amicizia, l’hockey, l’onestà, «la stupidera», la personalità e persino l’onestà. Perse nei meandri dei sogni, degli incubi e della memoria, Gioia e Tristezza dovranno cercare di preservare «i ricordi base» per poter affrontare la soglia del nuovo e della pubertà che ormai si affaccia alla porte della nostra piccola preadolescente. Dentro la metastoria delle emozioni che prendono fantasticamente forma nel film scritto e diretto da Pete Docter (che ricordiamo anche per «Up» nonché per «Monster & co.») ci troviamo di fronte a un meraviglioso racconto di formazione che si presta a letture ben più profonde di un semplice «divertissement». Non solo quindi per i più giovani, ma anche per gli adulti (soprattutto genitori, educatori e insegnanti) che accanto ai ragazzi vedono davanti ai loro occhi comparire il complesso mondo interiore che sa suggerire qualcosa di nuovo anche per sé. Molto più che piacevole: terapeutico, potremmo dire. Assolutamente da non perdere. 

Temi: crescita, emozioni, preadolescenza, famiglia, amicizia.