Parliamo oggi di Figli, diretto da Giuseppe Bonito e basato sulla sceneggiatura di Mattia Torre, da poco scomparso. Un film toccante e delicato che offre ottimi spunti di riflessione.

Di Gianluca Bernardini

Figli film

Occorre imparare a «restare» o meglio a stare dentro le cose o le situazioni perché – come dice il film – «si può cambiare qualcosa solo se prima l’avrete accettata. Vale per il tuo paese, il tuo partito, la tua famiglia».

Nasce da un monologo teatrale di Mattia Torre (morto recentemente a soli 47 anni), dal titolo «I figli ti invecchiano», il lungometraggio scritto e consegnato al regista Giuseppe Bonito (lo ricordiamo per «Pulce non c’è») perché con «Figli» mettesse sullo schermo la vita tragicomica di una coppia, Sara (Paola Cortellesi) e Nicola (Valerio Mastandrea, lo stesso protagonista della versione a teatro), che dopo una bellissima bimba di sei anni, si ritrovano per la seconda volta genitori di «un maschietto» che sconvolgerà il loro tranquillo ménage familiare.

Un racconto che prende avvio dalle vicende reali in cui si ritrovano i giovani-adulti di oggi quando decidono di costruirsi una famiglia, in un contesto sociale che più che facilitare pare, piuttosto, complicare la dura quotidianità.

Tra improbabili eterni nonni che riscoprono una seconda giovinezza, babysitter a dir poco originali, nonché pediatri che paiono piuttosto dei «guru», Sara e Nicola cercano di barcamenarsi dentro le difficoltà delle famiglie alle prese con i figli più piccoli. Anche se qualche volta si vorrebbe letteralmente scappare (è normale dirselo!) o ritornare «quelli» di un tempo, l’amore è ciò che qui fa da collante e permette di affrontare, in fondo, ciò che appare impossibile.

Le difficoltà restano tutte, ma è solo attraversandole insieme, mettendoci pure un pizzico d’ironia, che si diventa più forti e uniti. Qualcosa, forse, stride nel racconto, un po’ come la Sonata numero 8 di Beethoven che qui sostituisce il pianto dell’ultimo arrivato, ma il tema è perfettamente centrato e pronto per essere affrontato dalle giovani coppie che, lasciati a casa i bambini, magari si prenderanno una serata «libera» per vedere un film che in fondo non parla che di loro.

Temi: giovani coppie, crisi, fatiche, famiglia, figli, resilienza, amore.