C.O.D.A, il titolo originale del film “I segni del cuore”, è l’acronimo per child of deaf adult(s), ovvero la condizione che sperimenta la protagonista Ruby Rossi: figlia di due adulti sordi.

di Gabriele Lingiardi

Coda i segni del cuore

Suo fratello Leo ha ereditato la disfunzione dai genitori, lei no. Vive così tra la scuola e la pesca, il lavoro di famiglia, traducendo il linguaggio dei segni aiutando nelle trattative sul prezzo del pescato. Frequenta il liceo locale. Tra i laboratori complementari alle lezioni c’è anche quello di musica, dove si iscrive sperando di fare colpo sul ragazzo che le piace. Incontra invece il professore di musica Bernardo Villalobos che le aprire una visione di futuro che mai avrebbe immaginato: andare avanti a studiare canto e percorrere la strada dell’istruzione musicale. Il film di Sian Heder è un rifacimento del francese “La famiglia Bélier” e brilla non tanto sotto l’aspetto artistico quanto per l’idea di coinvolgere attori realmente sordi. Premiato come miglior film all’edizione degli Oscar appena trascorsa, “I segni del cuore” ha il merito di portarci all’interno di una famiglia così “da film” che è piacevole restare con loro, e lo si vorrebbe fare anche dopo la fine. Troy Kotsur, premiato come miglior attore non protagonista, presta i gesti e il volto a una figura paterna decisamente atipica. L’idea più stimolante è però contenuta in un dialogo tra la figlia e la madre. La musica è infatti l’unica strada in cui i suoi genitori non potranno seguire Ruby. Crescere significa però iniziare a camminare da soli verso la propria “vocazione”. Dal confronto esce però una prospettiva inedita: quando la figlia è nata, la mamma ha pregato perché la bambina fosse sorda come tutti loro. Quando ha saputo che invece lei ci sentiva ha avuto paura per la prima volta. Temeva che questo le avrebbe allontanate. Una prospettiva ribaltata della disabilità che rifugge ogni pietismo per un modo di pensare che andrebbe adottato anche fuori dalla sala.

Temi: famiglia, crescita, disabilità, musica, comunicazione, linguaggi, affetto, figli.