Una delle emozioni più umane è la paura. Nasce ancor prima dell’uomo come meccanismo di difesa dai pericoli; oggi nella nostra società non più divisa in prede e predatori è una forza che fatichiamo a controllare, a comprendere, che vorremmo evitare.

Di Gabriele Lingiardi

Doctor Strange nel multiverso della follia

Nel nuovo film Marvel “Doctor Strange nel multiverso della follia”, ritorna alla regia il maestro dell’horror Sam Raimi. Sono sue opere fondamentali del genere come “La casa” e la commedia spaventosa “L’armata delle tenebre”, ma anche la prima trilogia di “Spider-Man”. Quella dei supereroi del Marvel Cinematic Universe è un percorso cinematografico fino ad ora “per tutti”: dagli appassionati più grandi ai bambini (non troppo piccoli però). In questo caso le nuove avventure di Doctor Strange sono più vicine alla produzione del regista che allo stile Disney. L’atmosfera sconfina in una colorata follia horror tanto cara a Raimi, senza eccessivo sangue ma con qualche spavento e brividi alla schiena, che dividerà gli spettatori. Quando il mago Stephen Strange incontra una ragazza capace di viaggiare nel multiverso (le tante realtà alternative di queste storie), capisce che una forza maligna sta agendo nell’oscurità. Come spesso succede nei migliori film Marvel, l’avventura non è solo una scusa per sfoderare effetti speciali all’avanguardia (che qui garantiscono uno spettacolo visivo da lasciare a bocca aperta). Quello che conta sono i personaggi e i loro super problemi umanissimi. Così anche la paura, scelta come stile narrativo, ha un senso ben chiaro all’interno del percorso del protagonista. Un eroe infelice che, pur avendo salvato il mondo in passato, sembra destinato a restare solo con le sue responsabilità. In ogni realtà che vede, in ogni versione di sé che incontra, c’è qualcosa di incompleto. Un vuoto che nasce dalla sua paura più grande: quella di amare. E allora ecco che questo atipico film può diventare anche uno strumento per i più giovani di fare i conti per la prima volta con l’inquietudine, le ansie, e i terrori. In un film non di paura, ma sulla paura. Sia quella cinematografica che, per estensione, quella che nella vita ci blocca e che si può superare anche senza essere dei supereroi che, questa volta, risolvono i problemi con la comprensione reciproca. Non è poco.

Temi: paura, amore, maternità, realtà, desideri, aspettative, eroismo.