di Gianluca BERNARDINI

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Dopo trent’anni di matrimonio, Nick (Jim Broadbent) e Meg (Lindsay Duncan), due docenti inglesi decidono di tornare a Parigi, luogo della loro luna di miele, per celebrare nel week-end il loro «lunghissimo» amore. Ben presto si ritrovano a fare i conti con se stessi e soprattutto con un matrimonio che ai due pare passare più per una «quieta» (?) convivenza: «Quando i figli se ne vanno cosa rimane di noi?».

Basteranno pochi inconvenienti (la scelta dell’albergo) e molti litigi (questioni di carattere, ma non solo) per mettere a nudo tutta lo loro fragilità: se, come dice Nick, «le persone non cambiano», Meg, con sarcasmo, afferma che «invece sì: possono peggiorare». Tra cinici approcci e tenere effusioni, l’incontro con Tom (Jeff Goldblum), il vecchio amico yankee di Nick che ha «svoltato pagina» con una ragazza più giovane e carina, svelerà «la profondità» del loro amore, comunque più forte di quanto loro stessi pensassero.

Grazie ad una sceneggiatura di ferro, come quella scritta da Hanif Kureishi, Roger Michell (autore dell’indimenticabile «Notting Hill») mette in scena una commedia di tutto spessore che sa, attraverso il sorriso, scavare nel profondo senza cedere ai luoghi più comuni. Attraverso i due protagonisti che «duettano» magnificamente all’interno della storia, il film mette in luce una delle verità oggi non troppo à la page, ovvero «l’amore muore (lei) soltanto se lo uccidi (lui)». Se da una parte il trascorrere del tempo porta con sé tutta la pesantezza e le fatiche di una vita, dall’altra, dietro le ombre e «le rughe», esso nasconde anche tutta «la bellezza dell’esistere». Basta saperne cogliere le occasioni per scovarla. Nick e Meg, forse in maniera troppo borghese, ci riescono.

Un film in equilibrio, dunque, utile per chi ha alle spalle qualche anno in più (di matrimonio), ma anche per chi ancora giovane coltiva «amorevoli» speranze.

Tema: amore, famiglia, matrimonio, verità, perseveranza, vecchiaia.