di Gianluca BERNARDINI

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Ci sono legami primordiali, come quello della famiglia, che non vengono mai meno. Nonostante tutto. Nel bene e nel male. Legami che non si dissolvono con il tempo e che pervadono la nostra intera esistenza. Anche quella che per un «errore» ti porta a vivere dall’altra parte del mondo. Come la storia di Saroo (interpretato da piccolo dallo straordinario Sunny Pawar e poi da grande da Dev Patel che ricordiamo tutti per «The Millionaire») che a cinque anni finisce su un treno sbagliato, lontano dai suoi affetti, in particolare la madre e il fratello Guddu, per perdersi nella grande città di Calcutta. Viene poi adottato da una famiglia australiana (Nicole Kidman e David Wenham), ma da grande il ricordo di quel giorno e di quella stazione lo porterà alla ricerca ossessiva delle sue origini. Attraverso Google Earth scoprirà il villaggio da dove viene per fare ritorno finalmente a «casa». Basato sul romanzo di Saroo Brierly, «La lunga strada per tornare a casa», il film «Lion – La strada verso casa», attraverso il racconto del protagonista, nonché il lavoro del giovane regista Garth Davis, emoziona volutamente fin dalle prime scene. Soprattutto il quadro familiare, sia quello originale come quello adottivo, ne esce felicemente vincente. È, infatti, il bene messo in scena, nonostante tutto, che impressiona. Un bene che presuppone un affetto sincero che rende liberi e perdona. Così «Lion» ci porta tra i meandri dei ricordi e i desideri struggenti del giovane Saroo, mentre cresce nella sua nuova terra. Senza, però, farci dimenticare il suo passato, povero ma felice. Un film pure sul valore dell’adozione, ma anche di denuncia per gli 8 mila bambini che si perdono ogni anno in India. La See-Saw Films (che ne ha ottenuto i diritti originali) per questo ha studiato una possibilità di lavorare con Organizzazioni riconosciute per aiutare questi bambini e quelli di tutto il mondo. Un bel modo per iniziare bene il nuovo anno.

Temi: famiglia, destino, adozione, origine, India, speranza, ricerca, passato.