di Gianluca BERNARDINI

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Ivan Locke (Tom Hardy in una strepitosa interpretazione) ha un conto in sospeso a cui deve dare un’assoluta priorità. Sta per diventare padre di un bimbo, frutto di una notte brava dopo un viaggio di lavoro nove mesi prima. Ha una moglie e un figlio che a casa soprattutto lo attende per guardare insieme la partita, nonché un lavoro importante che richiede assolutamente la sua presenza prima che il sole sorga; ma per un senso alto di responsabilità, quella che suo padre non ha mai dimostrato, non può non essere presente alla nascita del piccolo. Tutto accade in una notte, in quella precisa notte che sconvolgerà il suo destino, quando «il non detto» dovrà essere reso esplicito e «il non compreso» essere messo in conto. Un «road-movie» senza attori se non Locke, per un viaggio in macchina verso Londra, attraverso un telefono che «viva voce» ci permette di entrare nel vivo del racconto con gli altri personaggi e una telecamera incollata al protagonista che ci dona la possibilità di cogliere ogni minima espressione o sfumatura. Questa è la seconda prova di Steven Knight che ha stregato la critica, ma anche il pubblico, dell’ultimo Festival di Venezia pur non partecipando al concorso principale. Diretto e scritto (molto bene e lo si vede) dal regista americano, il film, a basso costo di produzione, riesce pienamente nel suo intento a sorprendere anche lo spettatore più controverso. Tra colpi di «suspense» («thriller» forse è un po’ troppo) e il rabbioso dialogo con il padre immaginario seduto sul retro dell’auto, la figura di Locke mette a tema la questione della «retta coscienza». Che cosa è giusto fare? Qual è il bene superiore da compiere? Non solo per se stesso, per suo figlio o per la donna che sta per metterlo al mondo, ma anche nei confronti della propria famiglia che ama e del suo lavoro che, nonostante tutto, vuole portare a compimento, seppur da lontano, con estrema professionalità. Gli errori si pagano sempre. Ma c’è un modo più che dignitoso, come ci suggerisce Locke, per poterlo fare. Un’umanità da non perdere.

Temi: responsabilità, coscienza, famiglia, colpa, redenzione, verità, paternità.