Ci sono sentimenti o emozioni che accompagnano il corso della nostra vita, come un substrato sulla nostra pelle sulla quale si appoggia la vita, con tutti il suo vissuto, con quelle luci e ombre di cui è fatta la nostra esistenza.

Di Gianluca Bernardini

Nostalgia

A volte pure quel desiderio di tornare a vivere quei luoghi in cui abbiamo dimorato, magari da fanciulli, che con il tempo si sono fatti lontani, ma che restano dentro il cuore non solo come ricordo, piuttosto come una vera e propria “nostalgia”. Quella che prova il protagonista dell’ultimo lungometraggio di Mario Martone, presentato a Cannes, dal titolo appunto “Nostalgia”.

Ispirato all’omonimo romanzo di Ermanno Rea, il film narra di Felice (Pierfrancesco Favino al top, parla pure arabo!) che dopo quarant’anni trascorsi all’estero, tra cui Il Cairo, torna a Napoli per far visita all’anziana mamma (struggenti immagini), con il desiderio, forse, di rientrare finalmente in patria, per rimettere di nuovo lì le sue radici. Il tempo, nonostante tutto, sembra non essere passato, il quartiere evoca ancora gli antichi ricordi: le stesse strade, gli stessi vicoli così come alcuni sapori, le urla con quella vivacità partenopea che richiama in Felice quella “veracità” che solo un vero napoletano può comprendere.

A fargli da apripista l’incontro con don Luigi (Francesco Di Leva), il parroco del quartiere (bellissima figura ispirata alla realtà odierna) che lotta contro la camorra strappando i giovani dai pericoli della strada, nemico numero uno del boss Oreste (Tommaso Ragno), l’amico di infanzia di Felice, con cui non ha più avuto contatti, ma vorrebbe rincontralo. Martone, dunque, è ritornato a Napoli per girare il suo ultimo film (dopo “Qui rido io”). Un omaggio struggente ad un luogo da un fascino indescrivibile, con tutti quegli aspetti contraddittori che la rendono una città, nonostante tutto, splendidamente “maledetta”. C’è amore, soprattutto, ma anche odio o forse più dispiacere per una Napoli che sembra non poter essere “diversa” da quello che è.

Nonostante le parole di don Luigi che suonano come un monito per le nuove generazioni: «Noi dobbiamo essere come i raggi di sole che tutti i giorni si posano “in coppa” all’immondizia, ma non si sporcano mai». Da vedere al cinema.

Temi: Napoli, patria, amicizia, amore, camorra, identità, memoria, nostalgia, ricordi, redenzione