di Gianluca BERNARDINI

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Maise ha sette anni e due occhi grandi (la straordinaria Onata Aprile vale il film), forse troppo grandi per guardare il mondo e quello che soprattutto le accade attorno. I suoi genitori, per carattere, per egoismo o per inettitudine non sanno badare a lei. La madre Susanna (Julianne Moore), fragile rockstar, e il papà Beale (Steve Coogan), piacione uomo d’affari sempre in viaggio, decidono di separarsi. Inizia così il calvario della piccola tra tribunali, affido congiunto, sballottamenti vari tra la bella babysitter Margo (Joanna Vanderham), poi moglie di Beale, e il giovane barista Lincoln (Alexander Skarsgard), nuovo sposo di Susanna. Proprio questi ultimi in un intreccio di vicende e sentimenti si riveleranno, nonostante la loro giovinezza, più maturi degli stessi genitori di Maise. Ispirato a un romanzo del 1897, «What Maise knew» di Henry James, il film ambientato a New York, mette in scena il dramma del divorzio in chiave moderna grazie al merito di due bravi registi come Scott McGehee e David Siegel. Seppur il tema è stato più volte trattato nella cinematografia moderna (non può non venirci in mente il celeberrimo «Kramer contro Kramer» di Rober Benton del 1979), «Quel che sapeva Maise» ha il pregio di metterci di fronte al punto di vista di una bambina che vede scorrere intorno a sé il tema di «un’adultità mancata». Senza calcare la mano sulla drammaticità dell’intera vicenda che, sappiamo, coinvolge tutto e tutti, è lo sguardo a volte sereno, altre malinconico o perlopiù interlocutorio di Maise che viene messo a fuoco. Quello che ella osserva e ascolta noi lo vediamo sullo schermo, ma solo quando la macchina da presa si posa su di lei mentre gioca, disegna, mangia, dorme, aspetta, noi possiamo percepirne tutta la pesantezza e l’intensità. È tra queste pieghe di disordinata e rumorosa quotidianità che cresce in lei, a discapito forse dei naturali affetti, il desiderio di un’amorevole serenità. Quella che tutti, da bambini o adulti, in fondo in fondo, desideriamo da sempre.

Temi: famiglia, genitori, divorzio, adultità, infanzia, educazione, dolore.