I cinema sono chiusi, ma la cultura continua a vivere nella voce dei volontari delle Sale della Comunità della Diocesi di Milano. Stefano Sartorelli ci racconta il Cineteatro Sacro Cuore di Busto Garolfo, di cui è esercente e responsabile.

di Gabriele Lingiardi

Busto Garolfo

Dopo la prima chiusura di marzo avete riaperto per la stagione estiva. Come mai? 

Volevamo riaprire perché abbiamo sentito la mancanza della nostra sala, dei collaboratori e della comunità. Allo stesso tempo ci siamo resi conto di quanto, dopo un momento così difficile, fosse necessario portare allegria, passione, spensieratezza ed emozioni; o meglio ancora, di riportare alle persone un po’di normalità, che si era tanto persa nei mesi toccati dall’emergenza sanitaria. Abbiamo quindi deciso di collaborare con il nostro comune per rendere possibile una stagione cinematografica allaperto in tutta sicurezza 

Durante la sospensione delle attività non vi siete dati per vinti e avete messo in campo alcune simpatiche attività. Ce ne racconti qualcuna? 

Quello che ci ha tolto il lockdown è la necessità di stare insieme. Volevamo quindi farci sentire più vicini e vivi che mai, per lo meno attraverso i social. Abbiamo passato pomeriggi preparando per giochi online per il pubblico, quali cruciverba, puzzle rebus, dove il cinema la faceva da padrona. Estato bello vedere come la gente partecipava in maniera dinamica.

Cosa ha significato questo secondo stop dopo una faticosa ripresa? 

Dopo gli sforzi fatti per applicare i protocolli di sicurezza previsti, e renderli operativi grazie allo sforzo dei volontari, un podi delusione c’è stata; tuttavia non demordiamo. Ci auguriamo di poter tornare ad emozionarvi prestissimo! 

Come vedi il futuro del cinema e il teatro? Sei tra i disfattisti o gli ottimisti? 

Non sappiamo dire come si evolveranno le cose, ma abbiamo tutti un sacco di energia e voglia di tenerle aperte. Ne sono la testimonianza le tante iniziative che mai nessuno avrebbe pensato se non fossimo stati costretti dalla pandemia. E poi ci sono i nostri giovani che hanno le forza e la spensieratezza di osare.