Con altri occhi, visioni e idee per animatori di sala. Oggi parliamo di Bentornato Presidente. Conviene proporlo al pubblico delle sale di comunità? E soprattutto come approcciare questo film "rischioso"?

di Gabriele Lingiardi

Bentornato-Presidente

Bentornato Presidente è un film diretto da Giancarlo Fontana e Giuseppe Stasi con Claudio Bisio e Sarah Felberbaum (nei panni di Janis, prima vestiti da Kasia Smutniak) e Pietro Sermonti.  È il seguito del film di grande successo del precedente film, Benvenuto Presidente, del 2013 diretto da Riccardo Milani.
Giuseppe Garibaldi (Claudio Bisio) dopo avere ricoperto il ruolo di Presidente della Repubblica viene richiamato al Palazzo del Quirinale con la richiesta di presiedere un governo di coalizione tra due forze decisamente opposte: Precedenza Italia, la cui mente è un uomo timido che diventa aggressivo di fronte alle telecamere e il Movimento Candidi, comandati da un giovane estremamente propenso alla tecnologia.

La satira in Italia si tinge di commedia

Nonostante il film non sia eccessivamente coraggioso sul lato satirico, annacquando la sua forza con una sottotrama amorosa che poco ci sembra azzeccata, Bentornato Presidente sancisce però anche il timido ritorno della satira in Italia. È impossibile non rivedere nelle vicende politiche della pellicola uno specchio distorto dell’attualità. Per questo motivo il film non è un prodotto semplice da presentare al pubblico: difficile che un elettore non si senta interpellato dalle tante figure politiche rappresentate sullo schermo.
È però un utile esercizio, per un pubblico che voglia definirsi aperto nei confronti dell’arte, scendere a compromessi: provare ad approcciare un film che d’essai (inteso come impegnato) non è, ma che grazie alla sua semplicità può dare molto su cui riflettere.

Claudio Bisio

Sicuramente l’elemento di maggiore richiamo per gli spettatori è la presenza dell’attore\mattatore Claudio Bisio. In sede di dibattito post visione è giusto vincere la timidezza rispetto a questa confezione “leggera” ed elogiare la performance dell’attore. Se è vero che nel cinema è più semplice commuovere che divertire, è altrettanto vero che pochi in italia riescono a passare dalla comicità slapstick (testate, cadute, scivoloni) a quella di parola fino a offrire momenti di riflessione seria con una maestria tale come fa Bisio.

Il ritmo del film

La coppia di registi, Fontana e Stasi, ha diretto anche la commedia dai toni neri Metti la nonna in freezer di cui Bentornato Presidente condivide il piglio veloce e modernissimo. Sembra di vedere quasi un Adam McKay  all’italiana (facendo i dovuti distinguo a livello di temi, qualità e spessore) che gioca con le immagini, con il ritmo e le atmosfere. La messa in scena è tonda, tridimensionale, perché cambia radicalmente toni e stili nel giro di pochi secondi. Non è un film classico, in questo senso, ma figlio della generazione YouTube. Per quanto non possa sembrare un merito… lo è.

Di cosa discutere?

Come dicevamo, è difficile trovare un approccio di dibattito a questo film. Non è consigliato in tal senso a spettatori generici. Ma per ragazzi adolescenti che devono formarsi al voto, alla coscienza civile, il film può essere un ottimo strumento per permettergli di proporre la loro visione della politica chiedendo un confronto di idee sulla base di quello che hanno visto. Cosa ne pensano della proposta fatta da Giuseppe Garibaldi a metà film, per risollevare le sorti del paese? È vero, come dice la scena dopo i titoli di coda, che siamo destinati a non risollevarci? E il discorso sulla corruzione, può avere senso? Che cosa deve spingere un cittadino a entrare in politica?
Consigliato ai giovani con senso critico.