Arriva in sala L'estate di Cléo, un'esperienza cinematografica di empatia, un film sorridente sulla crescita, gli affetti e la famiglia.

Di Gabriele Lingiardi

L'estate di Cléo

Nulla accade a caso nei bei film. L’estate di Cléo inizia con una visita oculistica. La nostra protagonista, Cléo appunto, è piccola ma già porta un paio di ingombranti occhiali. Accompagnata da Gloria, la sua tata, le viene prescritto un altro paio di lenti. Lo spettatore più accorto capirà in quel momento che a cambiare il proprio modo di guardare dovrà essere lui. Osservare il mondo dal punto di vista di una bambina, catturare la stessa dinamica di emozioni, dalle gioie fortissime ai pianti inconsolabili, è lo scopo di questa deliziosa esperienza cinematografica. Il papà della piccola fatica a tenere il passo. È solo, dopo che la mamma è morta di cancro. Gloria è una donna capoverdiana, trasferitasi in Francia per mantenere i suoi figli a casa. Diventa di famiglia, come una madre per la bambina.Quando annuncia di dover tornare in patria il delicato equilibrio che si è venuto a creare sembra sgretolarsi. A Cléo è concesso un viaggio a Capo Verde per trascorrere un’ultima estate insieme prima di salutarsi.

Non c’è molto altro, a livello di trama, ma non è questo che conta. Perché la regia ha una straordinaria capacità di racchiudere nei primi piani una grande quantità di emozioni, tutte plausibili. Merito della piccola attrice Louise Mauroy-Panzani. È così brava che è difficile dire se talento o spontaneità. Vi ritroverete a pensare che non stia recitando, ma che stia vivendo realmente tutto quello che accade in scena.

Se i binari del film sono ampiamente prevedibili, a toccare è la schiettezza con cui viene ripresa l’infanzia. La prospettiva si abbassa a livello dei bambini. Gli affanni degli adulti entrano con poche frasi, ma i loro problemi vengono sempre tagliati dal montaggio. Gli 84 minuti (durata rara) sono dedicati alla scoperta. Cléo impara la gelosia quando sente la tata cantare al nipotino la ninna nanna che prima intonava a lei (“le canzoni sono di tutti”). Prova il pericolo, la nostalgia e il lutto, ma anche sperimenta la vita che nasce e l’affetto più puro. Durante quella vacanza Cléo imparerà a nuotare. Sua madre naturale le ha insegnato a camminare. La mamma nello spirito le insegna a stare a galla. Diventare grandi nel film più sorridente dell’anno.

Temi: crescita, infanzia, genitorialità, famiglia, maternità, adozione, immigrazione.