Il 19 gennaio ore 20.45 e 20 gennaio ore 16:30 il Nuovo Teatro Ariberto presenta "Voglio essere incinto" con Mirko Corradini.

Voglio essere incinto

I bambini spiazzavano – forse lo fanno ancora – le mamme: “Perché io ho il pisello e lei la patatina?”. Le mamme s’arrampicavano – forse lo fanno ancora – ma non scappavano dai tentativi di spiegazione. I padri? Fuga dall’imbarazzo. Una via d’uscita per non inciampare nell’educazione sessuale casalinga i maschi la trovavano sempre. Forse fanno ancora così. Mirko Corradini andava oltre. Già da piccolo. “Mamma, perché non posso fare figli anch’io?”. Negli anni Mirko la spiegazione se l’è data. Ci mancherebbe. Ma pare si sia sempre più convinto che quella sua richiesta bambina non era “solo” una domanda. Era l’ingenua, originale, atipica, divertente e caparbia manifestazione di un desiderio. Diceva “Perché non posso fare figli?” per dire “Voglio essere incinto”. E per davvero.

Crescendo, Mirko Corradini s’è adeguato all’anatomia. Al differente destino di genere: destino procreativo. Ma la fissa gli è rimasta: eccome. E oggi, più di ieri, sente di doverla comunicare. E condividere. Come?. Mettendo in scena un parto figurato, recitato. “Partorirà” dialogando con l’immaginabile curiosità del pubblico. Sarà un monologo il suo. E farà l’attore – lui che fa solo il regista – dopo 12 anni dall’ultima volta. Mirko Corradini non partorirà nel dolore. La gravidanza che ha portato allo spettacolo è stata sì una fatica ma si è trattato di fatica allegra. Una fatica elettrizzante per lui e per quanti ne hanno assecondato il progetto riconoscendone il coraggio.

“Voglio essere incinto” è un’onesta ammissione di invidia per il mondo femminile. Ma anche l’invidia – in questo caso almeno – può essere un omaggio, un atto di gratitudine, verso l’universo femminile. Il parto è un dono che si confeziona per nove mesi tra alti e bassi, slanci e cadute, esaltazioni e depressioni. All’uomo, al maschio, tutto questo è negato. Ma se l’uomo, il maschio, provasse a mettersi in sintonia? Resterebbe uomo, maschio. Ma finalmente senza la U o la M maiuscola.

Il 19 gennaio  2019 alle ore 20.45 e il 20 gennaio ore 16:30 al Nuovo Teatro Ariberto, Via Daniele Crespi 9, Milano

drammaturgia Ornela Marcon e Mirko Corradini
regia Mirko Corradini e Andrea Deanesi
assistenti regia Andrea Visibelli  e Nicola Piffer
tecnica e studio Nicola Piffer e Andrea Deanesi
grafica scenica Davide Panizza
organizzazione Mattia Bertolini