1-139988

Come volevasi dimostrare.

Si lavora per mesi e mesi per preparare la programmazione del periodo di Natale (erroneamente ancora considerato il più importante della stagione) e poi arrivano i risultati. Non ci voleva certo la sfera di cristallo per capire che le premesse erano delle peggiori e per prevedere che questo Natale sarebbe stato semplicemente disastroso per gli incassi la cinema. A spiegare il meno 38% nel periodo 16/12- 6/1 concorrono diversi motivi e guarda caso sono i soliti. Prendiamone in considerazione i due più evidenti.

Il mercato nazionale è fragile. Far dipendere la negatività dal fatto che sia mancato un titolo come “Quo Vado” è un aggravante e non un buon motivo per consolarsi, così come far dipendere il 9% di mercato presenze del 2016 ad un solo titolo è evidente segno di debolezza. Tutti sono grati a Checco Zalone e il suo successo è stato un ristoro salutare per tutto l’esercizio, ma come si può pensare che possa bastare o durare?

Nel periodo di Natale per completare l’opera sono usciti 29 film: una follia (nel 2015 erano stati 17)! I film in questo modo vanno al massacrano, si oscurano a vicenda e oltretutto creano vuoti in altri periodi dell’anno dove invece i titoli mancano. In questo stato di cose a farne particolarmente le spese sono le monosale. Sono troppi i film che potrebbero essere programmati e che invece rimangono fuori delle sale con un solo schermo. E’ lo stesso pubblico ad essere disorientato e quindi disincentivato a frequentare le sale, dove sembra regnare il caos paradossale: a fronte di così tanti titoli possibili le programmazioni alla fine sembrano fotocopie.

E quindi? Con buona pace di tutte le nuove leggi su cinema e audiovisivo, se il settore non torna a ragionare su queste storture e mettervi rimedio seriamente ciascuno per la sua parte (ci vorrebbe davvero poco) non andremo molto lontani.