di Gianluca BERNARDINI

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«Se vuoi sopravvivere non dire a nessuno chi sei; non devi saper leggere né scrivere». Così Solomon Northup (Chiwetel Ejiofor, sublime) accetta amaramente il consiglio del compagno di sventure mentre viene imbarcato per lavorare da schiavo nelle piantagioni della Lousiana. Siamo negli Stati Uniti nel 1841, Solomon vive nella contea di New York, è un uomo libero, colto, suona il violino, ha famiglia con figli, una bella casa e non sa ancora cosa l’aspetta prima di essere ingannato da due furfanti che venderanno la sua libertà per ben dodici duri, lunghi e tragici anni. Candidato a nove Oscar «12 anni schiavo», il nuovo film di Steve McQueen (sceneggiato da John Ridley sulla base del romanzo autobiografico dallo stesso titolo) arriva dritto al cuore, fino a toccare le viscere e i palati più sensibili. Come nei precedenti «Shame» e «Hunger», troviamo ancora al centro l’uomo con le sue brutture, fragilità e debolezze che vengono crudelmente, e letteralmente, messe a nudo. Che sia questo schiavo del sesso, di una prigione o dell’odio razziale poco importa quando è in gioco la libertà umana, qui più che mai mortificata e schiacciata dalla messa in scena. Questo il pregio del cineasta americano, nonostante qualcuno invochi a suo discapito una passione esagerata (sadica, pornografica?) per il dolore, ben descritta nei diversi schiavisti e terribilmente all’opera nell’icona brutale del padrone Edwinn Epps (Michael Fassbender, questa volta non protagonista). Al male non c’è mai fine, purtroppo. Esso si incarna nei meandri più nascosti dell’animo fino a deformarlo, portando le vittime a loro volta (le parabole insegnano), costrette o meno, a trasformarsi in perfetti carnefici. Solo la fede, a caro prezzo, pregata o cantata (bellissimi gli Spirituals) tiene ancora salda un briciolo di speranza oppure qualcuno come Bass (Brad Pitt, pure uno dei produttori), portato dalla Provvidenza, che ha a cuore l’essere umano, indipendentemente dal colore della sua pelle. Una lezione, nonostante tutto, valida ancora oggi. Anche per noi che ci crediamo forse più civili, mentre, senza troppo accorgercene, rischiamo di restare schiavi dei pregiudizi di un tempo.

Temi: schiavitù, razzismo, oppressione, violenza, libertà, dignità umana.