di Gianluca BERNARDINI

1-92025

“Alabama Monroe” di Felix Van Groeningen più che una storia di amore si prefigura come una storia di dolore. Estremo per lo più. «Potrà forse spezzarsi il cerchio, Signore?» cantano, infatti, Elise (Veerle Baetense) e Didier (Johan Heldenbergh) i protagonisti del film belga/fiammingo candidato (battuto da «La grande bellezza») all’Oscar come miglior film straniero. Atei (fino in fondo?), materialisti (la morte è la fine di tutto… almeno per lui) e appassionati del «Bluegrass» (bellissima la colonna sonora) e dell’America «Paese dei sognatori», come lo definisce Didier, s’incontrano per caso nel negozio di tatuaggi di Elise. Ne nasce un amore folle e viscerale (nel vero senso della parola) che li porterà a concepire Maybelle (Nell Cattrysse, straordinaria), inaspettata ma poi «gioia» dei loro giorni. Improvvisa la tragedia che colpisce la piccola, un cancro che devasterà l’armonia dell’intera famiglia e persino il loro amore. Costruito secondo un montaggio alternato (ben fatto) che ci porta continuamente su diversi piani temporali del racconto, il film ha il potere di colpire allo stomaco (più che al cuore) dello spettatore. Senza nascondere nulla (a nudo, come i corpi e la malattia messi in scena) le questioni poste sul tappeto sono scottanti e non di poco conto. A tratti ideologico («tutto il mondo è ossessionato dalla religione», grida Didier) e non privo di denuncia (la possibilità di utilizzare le cellule staminali), il film ha il potere di interrogare sul senso della vita e della morte, sul credere (bella la scena dell’uccello che sbatte e muore contro la «serranda», mentre la piccola si domanda «che è di tutto questo»), sulla modalità dell’amare fino in fondo, nonché sul significato del «dolore» che ha il potere di penetrare l’esistenza fino separare, distruggere o cancellare la vita delle persone (come fa Elise con i suoi tatuaggi). Intenso e violento nel suo porsi (quindi non per tutti) il film merita di essere visto preferibilmente in un contesto di cineforum, dove la possibilità di un dibattito possa mettere in luce i punti chiave e forse, umanamente ed eticamente, più controversi (come l’eutanasia).

Temi: vita, morte, malattia, famiglia, amore, dolore, musica.