L'esordio alla regia di Paola Cortellesi, C'è ancora domani, è un'opera imperfetta eppure travolgente che conquista con la sua semplicità e la capacità di parlare di temi urgenti.

Di Gianluca Bernardini

C'è ancora domani

Dopo gli esordi alla regia di Claudio Bisio, con L’ultima volta che siamo stati bambini, anche Paola Cortellesi con C’è ancora domani si è messa dietro la macchina da presa per narrarci una storia dal sapore antico, ma con uno sguardo ancora del tutto attuale. Riprendendo l’estetica del neorealismo, ma non solo quella, ci riporta a quel mondo passato, protagonista di tanti ricordi dei nostri nonni. Con una prospettiva del tutto femminile si torna indietro nell’Italia del 1946. Delia (la stessa Paola Cortellesi), madre di tre figli e moglie di Ivano (Valerio Mastandrea), vive tra alti e bassi (a volte troppo!) la sua vita quotidiana. Nulla di più, nulla di meno. Colpa di un sistema patriarcale, che nel presente del racconto appare impossibile da rompere, è costretta a suon di botte (a ritmo di musica) a barcamenarsi tra sotterfugi e spirito di rassegnazione, senza che apparentemente ci sia un domani migliore o che le cose possono cambiare.

A rompere la tragica monotonia giunge il fidanzamento della primogenita Marcella con Giulio, ragazzo di ceto borghese, che scombussola il tutto insieme a una misteriosa lettera giunta tra le mani della stessa protagonista. Tra rabbia e sorrisi ci si ritrova immersi nei drammi di una storia che sembra avere ancora oggi, purtroppo, nella società moderna, i suoi dolenti strascichi. Diventato in pochi giorni di programmazione un piccolo fenomeno al botteghino, il film, pur indugiando, forse, su eccessive sottolineature, risulta essere sorprendente. Mischiando i toni (addirittura sequenze musicali con brani recenti) per ricercare un’atmosfera dolceamara, la Cortellesi riesce così a mettere a fuoco un racconto del tutto plausibile che non può non piacere o non far riflettere. Qualcuno dirà da applausi, noi diciamo, piuttosto, necessario o semplicemente da vedere.

Temi: Emancipazione, diritti, violenza sulle donne, famiglia, società, Italia, dopoguerra