Miglior film d'esordio ai César per il giovane sceneggiatore e regista francese che arriva nelle sale italiane con un ritratto crudo e autentico dell'amicizia maschile.

Di Gabriele Lingiardi

Chien de la casse

Si continua a litigare al cinema dopo Gli spiriti dell’isola. Anche in Chien de la casse ci sono due amici inseparabili, Damien, detto “Dog” e Antoine. Anche loro vivono in campagna, non più quella Irlandese del film del 2022, bensì il sud della Francia. Nel film di Martin McDonagh l’inizio del diverbio tra i due protagonisti era di natura esistenziale. Qui è più concreto. C’è di mezzo una ragazza di nome Elsa. È interpretata da Galatéa Bellugi, già vista ne Il gusto delle cose e Gloria!, una grandissima attrice troppo poco conosciuta, che le conferisce un velo di timidezza e uno sguardo duro in parti uguali. Lei si innamora di Antoine, che presto partirà per la leva militare, ed entra come terzo elemento nell’amicizia tra i due ragazzi.

A Dog la provincia sta stretta. È un disastro: spaccia e si ritrova spesso in risse, ma ha anche un’ottima cultura letteraria e il grande sogno di aprire un ristorante. Il rapporto fraterno, tipicamente maschile, tra i due protagonisti viene indagato dalla regia di Jean-Baptiste Durand nel momento della prova. Cioè mentre scricchiola e si mostra in tutta la sua tossicità per l’arrivo di questo “corpo estraneo”. Una ragazza, si direbbe in prima battuta. Più simbolicamente lei rappresenta l’arrivo della maturità, il tempo che scorre e chiede di uscire dal bozzolo. Un passaggio da cui non si può più sfuggire, neanche se lo si desidera.

È questa la considerazione più graffiante di un film a volte poco interessato a spiegare le ragioni di certe dinamiche di amicizia ossessiva e più dedito a raccontare la vita di periferia. Il titolo, traducibile come “cane dello sfascio”, fa parte del gergo giovanile francese e indica un individuo che fa le cose per sé a discapito degli amici (ciò che Dog pensa di Antoine). È anche una provocazione sul rapporto di padronanza e di dipendenza che si instaura tra i due protagonisti.
Ci si può ribellare, trovare la propria autonomia, senza rompere però i rapporti? La risposta data dal film è pienamente soddisfacente e meno scontata di come ci si aspetterebbe, ma per scoprirla occorre viverla in sala.

 

Temi: amicizia, rivalità, crescita, periferia, criminalità, solitudine, fedeltà