Con “Toy Story 4”, del 2019, arrivava a conclusione la storia di Buzz Lightyear, il giocattolo che prende vita insieme al cowboy Woody e compagnia, nella saga creata dalla Disney Pixar.

Di Gabriele Lingiardi

Lightyear

Il primo film è un caposaldo dell’animazione, per la prima volta un lungometraggio realizzato interamente in digitale. Il terzo è un capolavoro che alla fine lascia con un senso di abbandono dolceamaro, un saluto nostalgico del bambino che deve passare gli oggetti della sua infanzia a una nuova generazione.

Ora scopriamo che Andy, da piccolo, aveva visto un film che gli era piaciuto. Aveva così chiesto ai genitori di comprargli una action figure del protagonista. Quel film era “Lightyear – La vera storia di Buzz”. L’operazione è metacinematografica: hanno creato un lungometraggio vero che esiste nel mondo di finzione “Toy Story”. L’esito è però ben lontano dalla solita raffinatezza Pixar. È un’avventura spaziale molto divertente che colpisce più per la qualità dei modelli in digitale che per la storia in sé.

Eppure qualche spunto di discussione, perfetto per ogni età, resta ben presente: lo “Space Ranger” commette uno sbaglio che costringe la missione a restare bloccata su un pianeta ostile. Un errore umano, dato che aveva disattivato il pilota automatico dell’astronave. Non si fidava degli algoritmi impersonali e così freddi, aveva fiducia nell’intuito più che nella matematica. Invece, come insegna la filosofia della casa di produzione del film, la tecnologia ispira l’arte. Non è neutra, ma non è nemmeno per forza ostile. Semplicemente, come ogni strumento, può essere usata per andare “verso l’infinito… e oltre!”. Superate le battaglie spaziali, le gag simpatiche con un gatto robot irresistibile, si scopre che “Lightyear” è un elogio del fallimento.

La Pixar usa spesso ribaltare i luoghi comuni (diceva di accettare la tristezza e di amarla come tutte le altre emozioni in “Inside Out”). Qui tutti sbagliano, sono persone imperfette, però lo fanno insieme! Sono pertanto in grado di perdonarsi. Ad un certo punto riusciranno a guardare indietro, verso quella scia di cose che non avrebbero dovuto fare, e si rendono contro di avere creato a modo loro un qualcosa di bello. Non successi, ma legami tra le persone. È questo quello che conta, anche nello spazio profondo.

Temi: amicizia, tempo, fedeltà, errore, imperfezioni, correzione e accettazione, avventura.