Il nuovo film Pixar è una sorpresa. Una storia di culture diverse che possono convivere. Un messaggio importantissimo in una storia carica di emozioni.

Di Gabriele Lingiardi

Elemental

Pete Docter, il direttore creativo dei Pixar Animation Studios, ha così commentato l’insuccesso nel mercato statunitense di Elemental: “Disney ha addestrato le famiglie ad aspettare il debutto su Disney Plus”. Sotto accusa è la piattaforma streaming dello studio che possiede il brand Pixar. Vedendo il loro nuovo film al cinema non si può che dargli ragione. Aspettare l’arrivo sullo schermo di casa di questa splendida opera per tutta la famiglia significa perdere l’occasione di farsi (e fare ai più piccoli) un gran bel regalo.

Perché Element City, la città degli elementi, è così popolata di dettagli, di suoni e colori, che si può apprezzare appieno solo sul grande schermo. Ember è una ragazza di fuoco. Wade è fatto d’acqua. Lei brucia di energia e rabbia, lui sa adattarsi a tutto e ama piangere. Un’inversione dei caratteri stereotipo del cinema (il macho e la donna sensibile) che innesca una serie di eventi che portano a importanti riflessioni sulla nostra società. Le fiamme infatti vivono in periferia, perché si teme facciano evaporare l’acqua, rovinino l’aria, e brucino il legno. Sono migranti climatici: la loro casa è stata distrutta da una tempesta di sabbia e hanno dovuto cercare un nuovo rifugio.

Incinta, la mamma di Ember, insieme al papà, ha bussato a tante porte senza trovare accoglienza (un chiaro rimando evangelico). I due si innamorano, ma il loro rapporto è proibito: come possono anche solo avvicinarsi se uno rischia di spegnere l’altra? C’è poi un negozio da portare avanti, in cui brilla la fiamma del passato, quella che si tramanda di generazione in generazione. E un mistero: come mai sono sempre più frequenti le inondazioni rischiano di spazzare via i margini della città?

Gli elementi sono un simbolo per riflettere sulla diversità. Ember è chiaramente straniera, ma comunque nessuno sembra essere più di lei un “legittimo abitante”. La chiave è nell’incontro con il diverso che scombussola la propria chimica per creare qualcosa di nuovo. Guardate sul grande schermo i palazzi di vetro della città: come ha fatto il popolo dell’acqua a costruirli in passato, se non con l’aiuto delle fiamme?

Temi: accoglienza, xenofobia, diversità, cultura, clima, terra, amore, famiglia, sogni, eredità