“Ti devi adattare al paese e alla sua gente, altrimenti non concluderai niente… Il compito è monumentale. Nessuno dice che sia facile. Sei stato scelto tu. Pensa agli apostoli mandati in giro a predicare per il mondo. Nessuna missione è impossibile. E dunque il tuo compito non è impossibile”.

Di Gianluca Bernardini

Godland

Con queste parole parte la missione di Lucas, giovane prete danese, ambizioso e idealista, che verso la fine del XIX secolo raggiunge l’inesplorata Islanda per costruire una chiesa e fotografare la sua gente. Un’impresa difficile che metterà alla prova non solo Lucas, ma anche Ragnar, il più anziano della “truppa” che guida la missione, che pur a suo agio nelle lande selvagge, dovrà combattere contro i propri fantasmi e la paura di Dio. Due protagonisti, due “opposti” possiamo dire, due parti, di un film che mette in luce non solo i punti forza di ciascuno, ma anche tutta la fragilità umana che tutti accomuna.

Lucas, spogliato delle proprie sicurezze (e della propria vocazione) dalle avversità del viaggio, e Ragnar, messo in crisi dalla presenza dell’uomo di Dio e della missione stessa. Hlynur Pálmason, che ha presentato il suo film all’ultimo festival di Cannes, con “Godland” si ispira alle tradizioni di una terra che conosce molto bene, rimpicciolisce il formato a 4/3 per adattarsi alla dimensione fotografica, tipica degli albori della fotografia, restituendoci sullo schermo immagini sublimi. Un racconto asciutto, pieno di suggestioni, con richiami stilistici alla Malick, che pone in ultima analisi la questione di sempre: che cos’è in fondo l’uomo, se non poca cosa? Un ritratto difficile, forse, da accettare, com’è quello della propria natura e umanità, nonostante le proprie certezze e convinzioni.

“Alla fine ho compreso – scrive il regista e sceneggiatore – che questo film parla soprattutto di ciò che ci divide e di ciò che ci unisce. E mi ha sorpreso scoprire che, in definitiva, la morte potrebbe essere l’unica cosa che ci accomuna. È questo il nucleo del film, il suo cuore pulsante.” Sicuramente un’opera da cineforum. Non per tutti.

Temi: Islanda, vocazione, missione, viaggio, fede, coscienza, Dio, fragilità, peccato, natura, morte