Uno straordinario Favino presta corpo e anima alla storia di Bettino Craxi diretta da Gianni Amelio in Hammamet. Un film italiano da vedere per non dimenticare.

Di Gianluca Bernardini

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Lo guardi, lo riguardi e ti pare che l’ex leader socialista sia tornato in vita. Solo per la rassomiglianza impressionante nonché per l’interpretazione magistrale di Pierfrancesco Favino, nel ruolo di Bettino Craxi (anche se non lo si chiama mai così esplicitamente), il film va visto. Ma, evidentemente, non solo.

Gianni Amelio, pure co-sceneggiatore con Alberto Taraglio, in «Hammamet», ci riporta ad un periodo storico appena passato del nostro Paese, ancora fresco nella memoria di tanti. Non un atto di accusa (molti, forse, l’avrebbero sperato) non una ricostruzione fedele dei fatti, nemmeno una difesa di un personaggio o meglio di uno statista che è stato protagonista della politica italiana del secolo scorso. Piuttosto un racconto di un uomo che, perso ogni prestigio e potere, si ritrova a fare i conti con la vita, invecchiato, ammalato, fuori dalla propria patria, carico di ricordi, arrabbiato con i magistrati, ma soprattutto «re nudo» che tolti gli abiti del leader, apprezzato e riconosciuto da molti, come nell’ultimo grande congresso socialista a Milano del 1989 da cui parte il film, si ritrova solo con se stesso, accusato, giudicato, scappato in Tunisia e accerchiato solo dal bene della sua famiglia che in fondo l’ha sempre sostenuto.

Qui il tratto del cineasta italiano è quello che riesce, attraverso episodi immaginati, ad indagare il tema appena enunciato. Un approccio, dunque, piuttosto «umano» che, alla fin fine, rende tutti così simili verso il tramonto dell’esistenza, dove la morte, forse, fa più paura, i nodi vengono al pettine, i conti con la propria coscienza risultano indispensabili.

Ovvio: se si è stati poi sulla cresta dell’onda per molto tempo, personaggi pubblici e famosi, lo sguardo perso verso l’orizzonte (reiterato ampiamente) diventa nostalgico e malinconico. Certo le domande restano, le riposte, perlopiù nascoste, pure (come il videotape consegnato alla figlia del protagonista), ma l’approccio onesto di Amelio ne fa uno dei lungometraggi più interessanti con cui si apre il nuovo anno. Da vedere perché, purtroppo, è facile, o troppo comodo, scordare.

Temi: Italia, politica, Craxi, storia, crisi, memoria, esistenza, immagine, declino.