Quando i valori sono soldi e successo, in Connecticut come in Brianza

di Gianluca BERNARDINI

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Quanto costa una vita? Qual è il suo valore capitale? Chi può affermarlo? Le assicurazioni, a quanto pare, riescono a quantificarlo quando accade una fatalità e occorre risarcire i parenti della vittima. Parte proprio da un incidente l’ultimo film di Paolo Virzì, scritto ancora una volta con Francesco Bruni e Francesco Piccolo, uscito in questi giorni nelle sale che ha tanto scaldato il dibattito pubblico sulla «ricca e opulenta Brianza» (proprio unica? Anche in questo tempo di crisi?). Ambientato al Nord tra le province di Como, Varese e Milano, «Il capitale umano», liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Stephen Amidon, situato però in Connecticut, parla di famiglie-bene, ma diversamente ricche, che si trovano a intrecciare i loro tortuosi vissuti grazie alla relazione amorosa dei rispettivi figli adolescenti: Massimiliano (Guglielmo Pinelli) e Serena (Matilde Gioli). Tre capitoli e un apologo. Tre diverse prospettive per narrare la medesima storia vista da punti diversi, volti differenti, che aggiungono particolari all’evento misterioso che ha coinvolto i ragazzi in una notte di festa. Senza sconti per nessuno, soprattutto per gli adulti, con un cast di tutto rispetto: da Fabrizio Bentivoglio (immobiliarista con la smania di far soldi) a Fabrizio Gifuni (ricco, cinico e freddo finanziere), da Valeria Golino (fine psicologa e sensibile ai più deboli) a Valeria Bruni Tedeschi (evanescente, infelice e nostalgica arricchita, a scapito dell’amore per il teatro) fino, in una piccola parte, a Luigi Lo Cascio (professore di teatro e amante tradito). Tra il dramma e il thriller (questa volta senza commedia) il film si gioca sull’incastro degli eventi che danno poco per volta luce ai fatti. Senza esagerare nella tragedia, il regista livornese riesce a dare un tocco di speranza sul finale. Se da una parte non mancano i toni di denuncia, a volte stereotipati, non possiamo di fronte allo schermo fare a meno di porci la domanda su che cosa si basi la nostra esistenza: che cosa stiamo insegnando alle giovani generazioni? Hanno solo valore il denaro, il successo, la carriera, il potere o la fama? Forse suonano bene in questo caso le parole di H. Jackson Brown Jr: «Vivi in modo che quando i tuoi figli penseranno alla correttezza e all’integrità penseranno a te». Come non dargli ragione?

Temi: successo, denaro, amore, famiglia, giovani.