Il più bel secolo della mia vita è una commedia atipica che parte da un fatto vero e sconfina nell'assurdo della comicità. Funziona sia per strappare un sorriso che per riflettere.

Di Gabriele Lingiardi

Il più bel secolo della mia vita

Di leggi assurde l’Italia ne ha viste abbastanza. La maggior parte delle volte passano sotto silenzio e lì vi restano. Saltuariamente qualche norma genera clamore mediatico, ma solo per qualche giorno. Ancora più raramente si vede qualche movimento popolare che cerca di cambiarla. Però che una legge assurda diventi lo spunto per un film è una cosa decisamente inedita! La trama de Il più bel secolo della mia vita prende le mosse proprio dalla crudele “legge dei 100 anni”. Per questa norma, in Italia, i figli non riconosciuti alla nascita possono conoscere l’identità dei genitori biologici solo al compimento dei cento anni di età. Tutto vero!

Inizia la finzione del film, tratto dall’omonima pièce teatrale: Giovanni ha 25 anni ed è ossessionato dal suo passato. Gustavo ne ha 100 e ancora guarda avanti, ora può finalmente scoprire chi sia sua madre. Prima di farlo però i due dovranno affrontare un viaggio insieme verso Roma dove commuovere la politica e invitarla a cambiare la legge.

Il più bel secolo della mia vita è all’opposto del cinema di denuncia. Non vuole essere militante, bensì punta a sensibilizzare attraverso le risate (a denti stretti), a fare cinema per tutti e a essere in primo luogo una buona commedia. Se ci riesce, anche al netto di poche idee originali, è grazie all’insolita coppia di protagonisti: un Sergio Castellito coperto da strati di trucco per sembrare un centenario e Valerio Lundini, uno dei comici più innovativi degli ultimi anni. Il suo personaggio è distante da quelli a cui ci ha abituati, la sua comicità lavora in funzione del film (non ha scritto lui la sceneggiatura) eppure riesce a infondere tanto della sua personalità. Il film riesce a toccare corde emotive inaspettate facendo deflagrare queste due personalità opposte che faticano a sopportarsi a vicenda.

Come il genere richiede, il cambiamento umano più importante, l’alleanza generazionale, non avviene alla fine, ma durante tutto il cammino. Così, sembra dire il regista Alessandro Bardani, forse il percorso per sanare le molte ingiustizie del nostro paese sarà lungo. Godiamoci però il viaggio e, nel frattempo, non dimentichiamo come si fa a riderci su.

Temi: adozione, famiglia, identità, viaggio, amicizia, leggi, politica, vecchiaia