Un viaggio sui binari che portano ai campi di concentramento, una storia di amici che si salvano a vicenda. La guerra raccontata da Claudio Bisio è sullo sfondo di un film dolce, pacifista e determinato.

Di Gianluca Bernardini

L'ultima volta che siamo stati bambini

Si possono raccontare storie in tanti modi diversi, anche quelle più dolorose, pagine di vita, magari, che avremmo voluto forse dimenticare, ma che fanno parte di quella memoria da custodire in modo da non ripetere più gli stessi errori o orrori.

Claudio Bisio, per la prima volta alla regia, lo fa con L’ultima volta che siamo stati bambini. Si ispira al libro, dal titolo omonimo, di Fabio Bartolomei che l’ha spinto, grazie all’aiuto di Fabio Bonifaci per la sceneggiatura, a portare sullo schermo un racconto drammatico visto, però, con lo sguardo di quattro bambini che nella Roma del 1943, in piena guerra, si trovano a viverne l’orrore sulla loro pelle. Quando Riccardo, ebreo, viene prelevato insieme alla sua famiglia per essere deportato in Germania, Italo, il piccolo balilla, con Vanda, l’orfanella, insieme a Cosimo, il più affamato, decidono di mettersi in cammino per cercare di liberare il loro amico. Un improbabile viaggio che metterà a confronto le loro esistenze, con tutti i dubbi, le paure nonché le ingenuità dei bambini di sempre.

Al seguito per cercare di riportarli a casa, suor Agnese, la giovane “sorella” dell’orfanotrofio di Vanda, e Vittorio, il fratello fascista di Italo, giovani adulti o, forse, non troppo. Una sorta di road movie esistenziale, dunque, dove l’amicizia, in primis, e la solidarietà, vengono messe al centro di un racconto brioso, condito da humour (tipico di Bisio), che non dimentica, però, tutta la drammaticità del tempo, riportata a misura di ragazzi. Un film, presentato con successo in anteprima al Giffoni Film Festival, che porta in sala le famiglie (speriamo), perché adulti e piccoli possano ritrovarsi a condividere che certe cose (ahinoi!) non dovrebbero più accadere. E invece…

Temi: amicizia, solidarietà, infanzia, viaggio, guerra, memoria, ebrei, fascismo, nazismo