di Gianluca BERNARDINI

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Presentato fuori concorso all’ultimo Festival di Venezia nel contesto delle «Giornate degli autori» il docu-film scritto e diretto da Elio (Stefano Belisari), Roberto Bolle, Silvio Soldini, Walter Veltroni, Giorgio Diritti, Cristiana Capotondi giunge nelle sale in questi giorni non solo per deliziare il palato dei milanesi, ma anche per chi vuole conoscere la nuova anima di una metropoli in perenne cambiamento. Un’opera corale per rispondere forse al documentario di Ermanno Olmi «Milano ‘83» portato alla quarantesima Mostra di Venezia, ma poi censurato fino alla proiezione del 2013, che denunciava allora la perdita di civitas dell’anima meneghina. Un omaggio all’identità di Milano più che all’Expo, ricca di eccellenze (come per esempio la Scala o il Corriere) e d’ingegno (le recenti costruzioni architettoniche e le nuove forme arte moderna), ma anche in trasformazione per la presenza multietnica vista più come un valore aggiunto piuttosto che come «problema». Un’opera di ampio respiro che mette in luce, però, anche i «peccati» (la chiusura dei molti teatri e del Vigorelli) e il rischio di perdere il senso ultimo dell’esistenza all’interno di una frenetica città (il dialogo con le monache di clausura ben consce e lucide nel descrivere paradossalmente quello che avviene fuori dalle mura del loro convento). Un film che certamente ha tutto il sapore di un omaggio nei confronti di Milano (pur essendo diversi i «registi» non milanesi, nemmeno di adozione), ma che non ha il valore di uno spot. Anzi per una volta la bellezza non è oscurata dalle criticità che armoniosamente vengono inserite in un racconto che può aprire ad una discussione «alta» sull’abitare e vivere in una moderna metropoli, come sul futuro che si vuole costruire per essa. Un affresco corale (dove si percepisce bene chi è regista di professione) che si sofferma su volti e storie di uomini e donne che fanno di Milano, nonostante tutto, una grande città. Forse, più che un esempio, un casus studi, su un soggetto di Cristiana Mainardi, per alzare l’attenzione di tutti e per dire che è possibile sempre fare bene e anche meglio se si sta «insieme». Perché il volto, in fondo, di una città sono «tutti» gli uomini e le donne che la abitano e la vivono, non solo che la sognano. Un documentario per le parrocchie e le nostre «Sale», per iniziare a accostarci ai «Dialoghi sulla vita buona», invocati dal nostro Arcivescovo per quest’anno pastorale.

Temi: Milano, città, anima, arte, futuro, civitas.