di Gianluca BERNARDINI

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Se Matteo Garrone con «Reality», dopo il successo di «Gomorra», voleva tentare un genere meno «duro» cimentandosi nella commedia, forse, dobbiamo ammetterlo, non c’é del tutto riuscito. Vincitore dell’ultimo Gran premio speciale della Giuria a Cannes, il film di uno dei cineasti nostrani più apprezzati nel mondo, dipinge sullo schermo con estremo «realismo» una storia che, purtroppo, ancora tragicamente ci riguarda da vicino.

Affascinati dai «reality», accecati dal successo e dal benessere molte volte improbabile, possiamo essere tutti vittime dei nostri sogni e desideri che devono scontrarsi con le amare verità che accompagnano la nostra vita. Perciò Luciano, protagonista di questa assurda «favola» (bellissima la sequenza iniziale della carrozza per le vie di Napoli) possiamo esserlo ciascuno di noi. Interpretato dal bravissimo ergastolano Aniello Arena, il film narra la storia di questo estroso «teatrante», pescivendolo nella vita, che ha un talento naturale per lo spettacolo. Incentivato dalla famiglia a partecipare ai casting per il «Grande fratello», Luciano Ciotola entra in una sorte di incubo che lo porterà nell’estenuante e drammatica speranza di essere «chiamato» per «il programma» che può cambiare il destino. Né l’affetto dei propri cari, né quello degli amici riusciranno a farlo desistere dalla sua ossessiva attesa che arriverà nel tempo a stravolgergli l’esistenza.

Nell’universo napoletano che conosce molto bene, accompagnato dal prezioso contributo musicale di Alexandre Desplat, sostenuto dalla brillante scrittura dei suoi cosceneggiatori Massimo Gaudioso, Maurizio Bracci e Ugo Chiti, Garrone sa muovere la macchina con elegante maestria fino a portarci dentro a un mondo partenopeo che è molto più di un set cinematografico. Aperto a un finale onirico, il «plot» non vuole essere semplicemente una denuncia al degrado del piccolo schermo, ma pone forse tutti noi dentro questa società, ammaliata dal fascino dello spettacolo, a porci delle domande: quanto e chi ha contribuito fino ad oggi a crearci false illusioni? A quali speranze ancoriamo la nostra vita? Quali sogni l’accompagnano e la mascherano?

Un film di qualità per un racconto a tinte dubbie e oscure, quelle del resto che si dipanano sul volto di Luciano.