The Holdovers è un film da non perdere, una classica storia di professore e alunno come però non se ne fanno più. Gran cinema con un'idea profonda, per nulla retorica, di quello che può essere l'istituzione scolastica e il ruolo dei professori verso le nuove generazioni (di ogni decennio).

Di Gabriele Lingiardi

The Holdovers

Arriva con colpevole ritardo nelle sale italiane The Holdovers – Lezioni di vita, il nuovo film di Alexander Payne. I film non hanno scadenza, eppure vedere questa bellissima storia scolastica adesso che è finito il relax delle feste fa perdere un po’ di gusto. The Holdovers è infatti uno dei film natalizi più belli che siano arrivati in sala negli ultimi anni. I protagonisti attendono e soffrono la pausa delle feste, passano a fatica il capodanno e il tutto si chiude all’epifania. Perché aspettare a distribuirlo? Probabilmente per lasciare il tempo a Paul Giamatti, attore protagonista, di iniziare a prendere i premi che gli spettano (ha recentemente vinto il Golden Globe).

Siamo in un college perbene del New England. Paul Hunham è un professore duro e distaccato. Puzza, per via di una malattia, è strabico. Come il suo corpo anche il carattere non piace a nessuno. Nemmeno al preside che lo “punisce” per non aver condonato un voto al figlio di un potente. Paul dovrà restare nell’edificio scolastico tutta la pausa invernale. Una cosa che, non avendo nessuno a casa, gli fa anche piacere. Il problema è che dovrà farlo con gli holdover, ovvero gli studenti che non hanno possibilità di rientrare dalle proprie famiglie. Come nel miglior cinema di John Hughes la crescita è sempre reciproca, dell’adulto e del giovane, e viene innescata da una situazione di detenzione.

La prigione può essere sia fisica che mentale, si sa, e solo imparando ad appoggiarsi sull’altro, facendo cadere le maschere, si può rendere il processo di accettazione di sé meno doloroso. Niente di nuovo, insomma, ma è il modo in cui è raccontato a rendere The Holdovers un film delizioso. L’atmosfera anni ’70 è aiutata da una colonna sonora che pesca tra i brani dell’epoca e quelli più moderni mischiandoli in modo mai banale. Una divertente commedia sull’educazione che riesce a nascondere la solita retorica del genere sotto dei personaggi ben scritti e veramente indimenticabili nelle loro rispettive solitudini. Da vedere, anche fuori stagione.

Temi: solitudine, educazione, scuola, crescita, Natale, feste, attesa, tempo sospeso, amicizia