Gabriele Salvatores realizza un film sulla bellezza della diversità, ricco di vita e passione. Liberamente tratta dal libro Se ti abbraccio non aver paura di Fulvio Ervas, la pellicola inquadra un toccante rapporto tra padre e figlio che non lascerà indifferenti.

Di Gianluca Bernardini

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Lo sappiamo, forse, e l’abbiamo già sentito dire più di una volta: «Da vicino nessuno è normale». Proprio perché ciascuno di noi è un essere «originale» dovremmo poter apprezzare, in fondo, la parola «diversità». Anche se qualche volta ci fa paura, ci provoca, ci infastidisce perché ci chiede, magari, di prendere una posizione. Vincent (lo straordinario Giulio Pranno), il ragazzo protagonista del racconto messo sullo schermo e portato fuori concorso all’ultimo festival di Venezia, ha 16 anni, è autistico, è pieno di vita e abita a Trieste con la madre Elena (Valeria Golino) e il compagno di lei Mario (Diego Abatantuono), quello che praticamente gli ha fatto da genitore fin da piccolo.
Un giorno, però, si ripresenta improvvisamente il vero padre Willi (Claudio Santamaria), cantante da balere e matrimoni, fuggito per paura di prendersi le proprie responsabilità. Per il giovane e il papà naturale inizierà una sorta di conoscenza reciproca (ma anche, in fondo, tra tutti i personaggi che ruotano attorno a Vincent) lungo un viaggio rocambolesco che li porterà nei Balcani a trascorrere per la prima volta del tempo insieme. Gabriele Salvatores porta nuovamente al cinema una storia ricca di emozioni e scoperte che non lascerà indifferenti. Liberamente tratto dal romanzo Se ti abbraccio non aver paura di Fulvio Ervas, che ha realmente fatto un viaggio in Sud America con il figlio autistico, il film, con un titolo tutto sommato azzeccato come «Tutto il mio folle amore», sa toccare le corde del cuore, nonché dell’animo umano. Perché dietro le corse in moto, il vento che accarezza i volti e muove ogni cosa, c’è un mondo «profondo» che poco a poco esce in tutto il suo splendore e abbatte i preconcetti. Basta, infatti, liberarsi da quei paraventi dietro ai quali ci nascondiamo, magari sotto le più nobili intenzioni o scuse. Un «road movie» fatto bene e, soprattutto, che può fare del bene. E non è cosa da poco, al giorno d’oggi.

Temi: paternità, diversità, autismo, verità, preconcetti, viaggio, conoscenza di sé, affetti, amore.