Il tempo, un dono che chiede di non essere sprecato dai rimpianti

di Gianluca BERNARDINI

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Diciamolo subito: il film non è un capolavoro. La storia messa in scena da Leonardo Pieraccioni questa volta, però, riesce a essere meno volgare e forse meno banale degli ultimi suoi film. Sarà per l’aiuto nella scrittura di Paolo Genovese (ricordiamo il bel «Una famiglia perfetta», in attesa del suo prossimo film, nelle sale a fine gennaio, «Tutta colpa di Freud»)? Forse, ma soprattutto perché il noto regista e attore toscano, pur mettendosi nuovamente al centro con questa commedia, realizza il suo film più maturo. Gli anni, infatti, passano per tutti. Ad alcuni (ahimè) accade anche di diventare adulti, nel vero senso della parola. Così accade per Arnaldo, impiegato di banca (Pieraccioni stesso) che all’età di quarant’anni suonati da un pezzo, sposato con Anita (Serena Autieri) e padre di due bellissime gemelle, si ritrova «sbattuto» fuori casa per un probabile tradimento. Prima di cedere alla disperazione, segnato dalla monotona routine familiare, decide di darsi una botta di vita andando a convivere con quattro giovani studenti universitari. Quattro bravi ragazzi, con la voglia di godersi l’esistenza nonostante i problemi personali (chi per il colore della pelle, chi perché intimidito e pauroso, chi alla ricerca di un senso e del padre, chi invece ha un segreto nel ventre e non sa come raccontarlo ai propri genitori). Ma per Arnaldo sarà difficile portare indietro l’orologio biologico (non si corre più come una volta e… i conti si pagano!). Si accorgerà ben presto che il tempo passa e che, oltre gli «anta», si è chiamati a rivestire i panni di quello che siamo («Conosci te stesso», era scritto a caratteri cubitali sul frontone del tempio di Apollo a Delfi). È la coscienza qui che viene messa in causa. E tra una risata e l’altra (ridere forse è troppo…) davanti a noi si dipana la parabola dell’età adulta che necessita almeno di un pizzico di maturità (con un tocco di ironia) per essere vissuta nella forma migliore possibile. Non ci sono sconti, nemmeno scorciatoie; c’è in Pieraccioni, forse più che mai, la consapevolezza che il tempo è un dono che chiede di non essere sprecato da rimpianti o finzioni che alla fine sanno fin troppo di ridicolo. Condividiamo e speriamo ancora in meglio. Per un Natale leggero.

Temi: famiglia, maturità, paternità, coscienza di sé, vita.