Tra finzione e realtà, la triste verità è che la perfezione non esiste

di Gianluca BERNARDINI

1-67962

Ricordiamo tutti, credo, «Così è (se vi pare)» del grande drammaturgo Luigi Pirandello. Si rifà forse anche a questa piece teatrale l’ultimo film di Paolo Genovese, dopo il successo degli ultimi due «Immaturi». Autentica riflessione sul mestiere dell’attore e dell’arte del recitare, «Una famiglia perfetta» narra la storia di Leone (un poliedrico Sergio Castellitto), cinquantenne ricco e solitario, che vorrebbe passare il Natale, come vuole la buona tradizione, nel suo bel casale in terra umbra insieme ai propri cari (inesistenti). Per questo affitta una compagnia di attori che, munita tanto di copione, dovrà recitare la famiglia «perfetta» che non ha mai avuto. Così, affidata al capocomico Fortunato (Marco Giallini), la troupe si trasferirà nella villa di Todi per celebrare le feste: Carmen (Claudia Gerini), la moglie reale di Fortunato, fratello del padrone di casa, sarà la consorte di Leone; Sole (Carolina Crescentini) dovrà, invece, impersonare la sposa di Fortunato, del quale nella realtà è da sempre innamorata; Rosa, (Ilaria Occhini) l’ex diva, sarà l’amata nonna paterna; Daniele (Giacomo Nasta) e Angelo (Lorenzo Zurzolo) saranno i figli più piccoli, mentre i giovani Luna (Eugenia Costantini) e Pietro (Eugenio Franceschini) saranno i ragazzi più grandi alle prese con i problemi dell’adolescenza, nonché d’amore. Un vero e proprio film corale, ispirato allo spagnolo «Familia» (1996) di Fernando Leòn de Aranoa, che alle risate da commedia contrappone la triste verità che la «perfezione» non esiste, nemmeno in famiglia. Come un bravo attore deve saper gestire l’improvvisazione, così nella vita – sembra suggerirci Genovese – occorre giostrarsi tra gli imprevisti che accadono e che ordinariamente non seguono mai una scaletta o una battuta prestabilite. Finzione e realtà ben si intrecciano e qui si mescolano. C’è un meta-testo interessante dentro questo plot, davvero originale e divertente. Accompagnato da una colonna sonora piuttosto furba, tra continue sorprese e qualche lungaggine di troppo, il film arriva giusto giusto prima di Natale, tra paccottiglie varie a tema che lasciano spesso più l’amaro in bocca che il buon umore. Se si ride, almeno una volta, lo si fa in maniera intelligente, grazie ad una regia che sa catturare il nostro sguardo e forse anche un po’ il nostro cuore.