di don Davide MILANI
Delegato diocesano Acec lombarda

La sfida della tecnologia
Dove si colloca questa sfida?
A che altezza ci colpisce?

Il futuro passa di qui, dicono alcuni.
In parte è vero. Non c’è nessuno – se non chi vuol essere “vintage” a tutti i costi – che proietti i film muti con l’orchestrina in buca.

Ma è “la madre di tutte le battaglie” questa sfida?
Nelle guerre tradizionali, quelle d’occupazione, la cavalleria avanza all’attacco per tentare di occupare nuove terre sfidando il nemico.
E’ chiaro che il futuro di quella guerra passi da lì, da quella battaglia, dalla prima linea. Persa quella sfida, l’avanzata si può arrestare. Da quel fronte addirittura può penetrare il nemico e colpire tutto l’esercito, nel suo cuore.

Ma quel fronte, quella battaglia, in realtà è solo una – e non la più importante – variabile per l’intero esercito, per tutta la guerra.

Il futuro passerà pure dalla vittoria su quel fronte proteso all’occupazione dello spazio nemico, ma se nel quartier generale si sta sbagliando la strategia complessiva, quell’avanzamento sarà pressoché inutile perché, ben presto, tutto l’esercito sarà spazzato via.

Se l’esercito avanza vittoriosamente sul fronte ma nelle retrovie stanno venendo meno i vettovagliamenti, le forze fresche, armi e munizioni, ben presto quel fronte diverrà debole e sterile, fino a diventare porta d’ingresso per l’avversario.

La tecnologia è sicuramente il futuro. Ma la sfida del futuro non si vince con la tecnologia, solo con la tecnologia.

La sfida si vince con un progetto complessivo sulla sala.

E’ impensabile non aggiornarsi tecnologicamente, ma se la sala è programmata con l’unico criterio di dare qualche spettacolo e di far girare le macchine, si vincerà la battaglia della tecnologia ma si perderà la guerra del senso complessivo dell’impresa.

Se il gruppo che gestisce la sala trovasse i soldi per la digitalizzazione del complesso di proiezione, ma non trovasse le idee per diffondere con efficacia la cultura cristiana in quel territorio si vince la singola battaglia ma si perderà ben presto la guerra.

Se i volontari della sala sostengono la corsa per essere al passo con le multisale e il resto della concorrenza, ma non si impegnano a sostenere la corsa con le sfide e i cambiamenti pastorali delle parrocchie in cui sono inserite, si vince la singola battaglia ma si perderà la guerra.

Se la sala della comunità si presenta con tutte le più moderne tecnologie, ma non sa presentare allo spettatore il proprio bel volto umano, la sua capacità di accogliere e di entrare in relazione con l’utente, fino a renderlo parte di una comunità, si vince una battaglia ma si perde la guerra.

Se gli operatori e tutti i volontari curassero la propria formazione tecnologica fino a diventare i massimi esperti in tecnologia, ma non si formassero più sul linguaggio cinematografico e teatrale, sulla loro valenza pastorale, sulle norme, i regolamenti, i rapporti con le istituzioni, si vincerebbe la singola battaglia e si perderebbe la guerra.

Se la sala coltiva i rapporti con chi propone e produce tecnologia, ma non cura i rapporti con la Diocesi, l’ACEC, il proprio Sas, l’Ufficio comunicazioni sociali, può darsi che vinca la battaglia della tecnologia, ma perderà la guerra della sua presenza significativa.

E l’elenco potrebbe continuare a dismisura.

Dobbiamo vivere la battaglia del digitale e continuare a combattere tutte le altre battaglie specifiche della nostra storia e della nostra realtà.
Dobbiamo avere un progetto preciso sulla sala, un progetto pastorale, come si è detto all’ultimo convegno di Magenta.

In sintesi, è bene avere chiari alcuni aspetti:

– Dialogo progettuale con le parrocchie e i decanati
– Cura per l’inserimento di nuovi volontari
– Dialogo con il territorio
– Cura delle relazioni umane
– Formazione artistica e pastorale
– Insieme alla sfida tecnologica irrinunciabile.

Così si vince la sfida della tecnologia e insieme si vincerà la guerra della presenza da protagonisti.

Per far ciò, è importante investire nel fattore umano, come più volte ho sottolineato. Il "fattore umano", a volte trascurato in favore delle risorse tecnologiche, è fra gli elementi che garantiscono il successo di un’impresa. E’, invece, fondamentale mantenere alta l’attenzione sulle persone. Gli strumenti tecnologici facilitano certamente lo scambio dati e la collaborazione, ma non possono sostituire le persone.

Stiamo insistendo e fornendo occasioni per la cura dei progetti pastorali sulle sale, per rapporti fruttuosi con le parrocchie, per avere tutte le consulenze necessarie. Come Ufficio Comunicazioni Sociali, come ITL Cinema, presto anche come ACEC.

Da poco la squadra si è arricchita – per la parte di programmazione e cura della comunicazione – di Mariagrazia Cazzaniga e della presenza di don Gianluca Bernardini che, come collaboratore dell’Ufficio Comunicazioni sociali, si dedica alla formazione, ai rapporti con le sale e le parrocchie dove esse sorgono, Segue, inoltre, l’attività del Gatal.

Una novità riguarderà ben presto anche l’Ufficio Cinema.
Enrico Danesi, dopo anni di presenza appassionata, competente e generosa, lascia il suo incarico operativo in ITL a causa dei suoi ben noti e gravosi impegni amministrativi.

Preoccupazione dell’azienda è di fare in modo che l’Ufficio Cinema possa garantire alle Sale una presenza assidua e costante del Responsabile. Presenza che Enrico ha saputo garantire con generosità e grandi sforzi. Da qualche tempo i suoi importanti incarichi extra lavorativi sono sempre più gravosi. Si è imposta, per questo motivo, la necessità di un avvicendamento nel ruolo di responsabile dell’Ufficio.. Insieme a lui lascia l’incarico anche un’altra persona che tutte le sale conoscono e apprezzano. Si tratta di Andrea Nobile, che in questi ultimi due anni ha affiancato Enrico come aiuto in diverse mansioni.

Al loro posto arriverà – tra pochi giorni – un’altra persona altrettanto stimata, conosciuta appassionata e competente: Angelo Chirico, già direttore di una delle nostre sale. Un altro cambiamento riguarda un’altra persona dell’Ufficio cinema che tutti conoscono. La signora Giuliana Lecchi ha comunicato all’azienda l’intenzione usufruire la meritata pensione. L’azienda ha provveduto a sostituirla con una persona che entrerà in servizio dalla metà di novembre.

Fin da ora i ringraziamenti ad Andrea, ad Enrico a Giuliana e gli auguri a chi subentrerà. Inizia ora una fase di affiancamento: per un passaggio di consegne più ufficiale non mancherà un’altra occasione.

Insieme, dunque, andiamo avanti per vincere la sfida della tecnologia e quella più complessiva e decisiva della nostra presenza.